Il 21enne locarnese è a Edmonton dove sabato prende parte al Campionato del mondo U23. ‘I tempi ci sono, se tutto va bene posso fare un buon risultato’
Reduce da due mesi e mezzo particolarmente intensi nei quali ha gareggiato in tre tappe di Coppa Europa (in Polonia, Ungheria e Turchia), in una di Coppa del mondo (in Portogallo) e partecipato ai Campionati europei U23 a Kitzbühel (dove ha ottenuto uno splendido dodicesimo rango), Sasha Caterina ha staccato a pieni voti il biglietto per i Mondiali in corso di svolgimento a Edmonton (Canada), dove il ticinese è giunto ormai qualche giorno fa. Il 21enne locarnese, al primo anno tra gli U23, ha subito centrato nella sua nuova categoria la qualificazione alla rassegna iridata, per effetto di una selezione da parte di Swiss Triathlon che rappresenta un exploit per l’atleta del TriUnion.
Sullo slancio dei quattro mesi trascorsi nell’esercito svizzero da novembre a marzo quale sportivo d’élite, che gli hanno permesso di concentrarsi e dedicarsi totalmente alla sua disciplina anche al Centro nazionale di Tenero, Sasha affronta il Mondiale nel cuore di una stagione molto impegnativa, che prevede settimane di allenamento molto simili, per intensità, a quelle di un impegno professionistico (fino a 30 ore di lavoro settimanali ripartite nelle tre discipline: nuoto, bici e corsa).
«È una stagione densa di impegni – riconosce il locarnese con la cordialità e la simpatia che lo contraddistinguono –. Prima ero solito prendere parte solo al circuito svizzero, con una o due puntate a livello europeo, per poi partecipare a Europei e Mondiali giovanili. Quest’anno non ho preso parte ad alcuna gara del circuito svizzero. Ho fatto solo tappa in Coppa Europa, in Coppa del mondo e nel rinomato circuito francese, che è più remunerativo. Dopo i Mondiali, in programma ci sono altre Coppe d’Europa, oltre ai Campionati svizzeri».
Dalla realtà nazionale alla ribalta internazionale. Sasha è ormai proiettato in un’altra dimensione, favorito proprio dal fatto che sta lavorando come un professionista della disciplina. «Con il mio allenatore Christophe Pellandini stiamo puntando a disputare gare solo di livello europeo. Il progetto è finalizzato alle Olimpiadi di Parigi, per qualificarsi alle quali non è richiesto un tempo limite, bensì un piazzamento nei primi cinquanta al mondo. Nel triathlon, a partire dalle competizioni di livello europeo, su fino ai Campionati europei, alla Coppa Europa, alla Coppa del mondo, ai Campionati mondiali, ogni gara attribuisce un punteggio, a dipendenza del risultato raggiunto. Così, prende corpo una classifica che riunisce tutti quelli che hanno partecipati ai vari circuiti, vale a dire il ranking mondiale. I primi 50 si qualificano alle Olimpiadi. Un posto nei 50 è il mio obiettivo, per entrare tra i selezionati per Parigi 2024. Sono attorno al duecentesimo rango, in pochi mesi ho scalato 200 posizioni. Con questi Mondiali, sempre che tutto vada per il verso giusto, salirò ancora. E cercherò di continuare a farlo, sfruttando le prossime due tappe di Coppa Europa. Qui a Edmonton l’obiettivo è scendere sotto i 200, credo proprio di farcela»
Il progetto olimpico è a lungo termine, ma a giudicare dai risultati di questi ultimi mesi, c’è di che ritenersi soddisfatti dei risultati. «Se considero che sono alle prime esperienze tra gli élite, i risultati sono buoni. La progressione c’è stata. Per lo più, d’accordo con Pellandini, abbiamo partecipato alle gare più difficili, con gli iscritti più quotati. In Turchia, per contro, il livello non era altissimo, volevamo cercare un buon risultato. L’obiettivo era fare punti, per migliorare il ranking».
Nella prima stagione da élite, il Canada ospita l’appuntamento dell’anno. «Lo è. Se giudico il carico di lavoro che ho sostenuto, l’obiettivo principale sono proprio questi Mondiali. I tempi ci sono, le cose sembrano funzionare bene».
Al rientro, come detto, niente pausa. «La mia stagione finirà a metà ottobre. In passato accadeva verso la prima settimana di settembre. Quest’anno vado decisamente un po’ più in là».
L’obiettivo olimpico 2024 riporta a galla le meravigliose emozioni regalate al Ticino e alla Svizzera da Noè Ponti, Ajla Del Ponte, Ricky Petrucciani e Maria Ugolkova, grandi protagonisti a Tokyo. Noè ha addirittura messo al collo la medaglia di bronzo. «Tanta roba – commenta Sasha con sincera ammirazione –. Sono veramente felice per Ponti, se lo merita. Mi è dispiaciuto perdere la festa del Cst (martedì Noè è stato ricevuto dal Cst e dalla Nuoto Sport Locarno e gli è stata intitolata la corsia 3 della piscina, ndr). La torta a forma di piscina per 300 persone l’ha confezionata mio nonno. I Giochi olimpici sono il mio obiettivo, spero di centrarlo anch’io. Ho ammirato chi era a Tokyo, avrei voluto essere là anch’io. Quest’anno non è stato possibile. Speriamo nel 2024. Solitamente gli exploit nel triathlon li si realizza verso i 24-25 anni».
Sasha Caterina si professa specialista del triathlon sprint (750 metri a nuoto, 20 km in bici, 5 km a corsa), ma a Edmonton disputa l’olimpico, con il doppio delle distanze. «In carriera ho preso parte a moltissimi sprint e a soli quattro olimpici, non sono tanti. Quest’anno ne ho fatto uno. Per me la parte della corsa è la più dura, penso soprattutto all’ultima mezzora. Dovrei però riuscire a portare a termine la mia fatica con un buon risultato, anche se ancora non è la mia disciplina prediletta: sono ancora più forte nello sprint. Non so cosa aspettarmi, meglio non alimentare troppe aspettative. Come U23 non ho ancora disputato nessuna gara a livello mondiale, non ho idea del risultato che potrei ottenere. Previsioni non ne faccio».