Il 17enne, punta di diamante dell'A-Club Savosa di Fausto Mauri, rappresenta il Ticino agli Europei giovanili di Roma: gareggia nei 50, 100 e 200 dorso
Con l’acqua non sempre è amore a prima vista, o al primo contatto. Anzi, si sprecano gli esempi di campioni e ottimi nuotatori il cui primo impatto con quella che poi è diventata un’alleata è stato tutto fuorché idilliaco. Benjamin Pfeiffer rientra in questa casistica. Punto di forza dell’A-Club Swimming Team Savosa, il 17enne (18 anni a ottobre) specialista del dorso è a Roma per affrontare i Campionati europei giovanili. Un grande traguardo, raggiunto partendo da molto lontano. «Mio padre nuotava, così come i suoi due fratelli – ricorda Benjamin –. Mi iscrissero ai corsi molto giovane, ma a me non piaceva. All’inizio è stata una forzatura, poi però nuotare ha iniziato a piacermi. Non che mio padre volesse che diventassi un campione, desiderava solo che imparassi a nuotare, che praticassi uno sport. Se ripenso a quei tempi, li ricordo con un sorriso. La monitrice capiva che non mi piaceva e mi faceva uscire sempre prima. E io ero ben contento di smettere prima. Non ricordo perché non mi piacesse. Le cose sono cambiate quando, verso i 7 anni, ho cominciato a nuotare in squadra, con dei compagni con i quali ho iniziato davvero a divertirmi».
Pfeiffer è il classico dorsista. Definizione calzante o riduttiva? «No, no, mi piace proprio». Altre specialità? «A posto così, grazie. Una giornata ha 24 ore – scherza, ma non troppo, il luganese –, non sono Noè che riesce a fare tutti gli stili».
Il suo sviluppo non è stato immediato. Partenza lenta, esplosione tardiva ma fattiva. «All’inizio della scuola media le cose andavano bene, poi ho avuto una flessione di rendimento. Due stagioni fa ho fatto dei progressi notevoli e molto rapidi. Poi c’è stato il Covid. Nel novembre stavo andando forte, volevo ottenere i limiti per gli Europei giovanili del 2020 ma la pandemia si è messa di traverso. Da lì, sono ripartito e sono diventato ancora più forte. Lo scorso settembre, alla ripresa delle attività, coincisa con il meeting Restart al Centro sportivo di Tenero, ho stabilito il record ticinese (26’’73 nei 50 dorso, 57’’62 nei 100, ndr) e ho capito che potevo migliorare ancora di più. In quel frangente ho capito quanto valgo. Mi sono convinto di poter andare lontano, nel nuoto: dipende solo da me».
L’esplosione tardiva ha una spiegazione. «È dovuta alla crescita, allo sviluppo fisico. Per un po’, mentre i miei coetanei già erano cresciuti, sono rimasto piccolino. Nel 2019 è cambiato tutto. Il lockdown mi ha motivato ancora di più. Mi sono allenato bene anche durante la chiusura, ho corso e nuotato nel lago. Ne ho tratto grandi motivazioni».
Gli ultimi mesi hanno fatto registrare ulteriori passi avanti. «Dopo il Restart mi sono preparato per i Campionati svizzeri in vasca corta, in programma a novembre a Sion. Ho guardato bene le liste di partenza, volevo la medaglia di bronzo nel 50 a dorso. L’ho messa al collo con 25 e zero, un tempo simile in vasca corta. A dicembre, nella Winter Challenge di Uster, volevo cercare i tempi per gli Europei giovanili. Per la rassegna continentale occorre candidarsi, segnalare l’intenzione di tentare i tempi. Sono due le possibilità che poi uno ha. Io mi ero candidato a Uster perché ero certo che avrei fatto il tempo. Infatti, ho nuotato un bellissimo 50 dorso (con tanto di limite) e un buon 100. Ero molto soddisfatto. Il 26’’05 nei 50 è un crono talmente buono che ancora non sono riuscito ad abbassarlo. Dopo quella gara, mi sono preparato per i Campionati svizzeri in vasca lunga. Non sono andati tanto bene. Fa parte dello sport, fa parte del gioco. Prima del meeting del Castello sono andato a Vienna con la Nazionale, per un incontro internazionale. A Bellinzona, poi, ho ottenuto il limite per gli Europei nei 100 dorso in 56’’78.
Plurititolato a livello cantonale, con risultati di spicco anche sulla ribalta nazionale, che rapporto hai con gli altri atleti ticinesi o svizzeri di punta? Ti senti un uomo squadra che fa gruppo? «Con i miei coetanei a livello nazionale ho un buon rapporto. Io, in quel giro esclusivo, sono arrivato per ultimo. Gli altri erano in Nazionale già da tempo. Mi sembra però di essere riuscito a integrarmi molto bene. Durante un campo d’allenamento in primavera mi sono trovato molto bene, mi sono confrontato con tre miei coetanei molto simpatici. In allenamento andavamo sempre al limite, con vere e proprie sfide all’ultimo 50. Ci divertivamo a spingere al massimo per andare sempre più forte, ci siamo allenati molto bene assieme. Sono gli stessi ragazzi con i quali partecipo agli Europei, hanno il mio stesso obiettivo di fare bene».
La tua natura di combattente dovrebbe essere d’aiuto. «A me piace gareggiare, mi piace l’atmosfera che c’è nelle competizioni. Sono anche molto diligente in acqua, perché so che se voglio migliorare, se voglio essere soddisfatto dopo una gara, devo andare forte in ogni allenamento. Mi piace lavorare duramente, perché quello che faccio è finalizzato a ciò che voglio ottenere. Se voglio centrare un tempo, mi applico e mi metto al lavoro. Presto grande attenzione ai tempi che ottengo. Non mi piace l’idea di peggiorare a livello cronometrico, pur arrivando primi non è gratificante né soddisfacente per il lavoro svolto in sede di preparazione. Per me è più soddisfacente migliorare».
L’adrenalina da gara ha il rovescio della medaglia nella pressione. «Un po’ la soffro, l’ho capito agli Svizzeri in vasca lunga. Ero in corsia 4, per la finale. Ero vicino al titolo svizzero ma è andata male. Nelle gare mi piace particolarmente il momento prima della partenza, l’adrenalina che scatena. In competizione do sempre il massimo. Ai Campionati ticinesi mi sono divertito a disputare tante gare, una dopo l’altra. È stato divertente impegnarmi sempre al massimo».
Benjamin Pfeiffer lavora ormai da molti anni con Fausto Mauri, nome molto noto per chi mastica nuoto a livello ticinese e nazionale. È inevitabile che ci sia una certa complicità. «È il mio coach da molti anni, manco ricordo quanti. Mi è sempre molto vicino e condividiamo lo stesso obiettivo; farmi nuotare forte. Con lui si può ridere e scherzare, ma non a bordo vasca».
Gli Europei sono in corso di svolgimento a Roma: Benjamin gareggerà (da oggi a domenica) nei 50, 100 e 200 dorso. L’obiettivo concreto? «Ho in mente quali tempi andare a cercare, ma preferirei non espormi. So più o meno quello che voglio fare, tuttavia non ne faccio un cruccio. Piuttosto, sono pronto a farmi stupire».
Aspirazioni future? «L’anno prossimo studierò per conseguire la maturità scientifica, poi si tratterà di pensare al futuro. Un’idea ce l’ho, mi piacerebbe fare il pilota».