La formazione italiana si ritira dalla corsa rosa che scatterà l'8 maggio da Torino. In dodici anni nel plotone, ha conosciuto nove casi di positività
La squadra italiana Vini Zabu, colpita da due casi di doping nello spazio di pochi mesi, ha deciso di non prendere parte al Giro d'Italia che scatterà l'8 maggio da Torino. “La squadra ha convenuto, con il suo sponsor principale, di non partecipare al Giro d'Italia, nonostante abbia dimostrato alle istanze competenti di aver messo in atto tutte le misure per lottare contro il doping”, ha precisato in un comunicato la Vini Zabu, una delle tre wildcard assegnate dalla direzione della corsa rosa.
L'italiano Matteo De Bonis è stato dichiarato positivo all'Epo dopo un controllo a sorpresa effettuato lo scorso 16 febbraio. Cinque mesi fa, proprio durante il Giro d'Italia 2020, un altro atleta della squadra, Matteo Spreafico, era stato controllato positivo in ben due occasioni. Dopo la scoperta della positività di De Bonis, la Vini Zabu si è autosospesa dall'attività. “L'inchiesta interna ha confermato l'assenza di pratiche abusive da parte dei corridori e di tutta la squadra”, assicura la formazione italiana, il cui invito al Giro aveva suscitato lo stupore del Movimento per un ciclismo credibile.
“Questa squadra, arrivata nel plotone nel 2009, conta nove procedure in dodici anni – ha precisato il Consiglio lo scorso febbraio dopo lo scoppio del caso-De Bonis –. Le sostanze incriminate sono sempre prodotti pesanti e ben conosciuti: cinque casi di Epo, due di ormone della crescita, uno di clenbuterolo e uno di ostarina”.
Quest'anno le tre principali corse a tappe hanno ricevuto dall'Uci una deroga per portare a 23 le formazioni al via, una in più del solito. La rinuncia della Vini Zabu fa la gioia della Giocattoli Androni del vallesano Simon Pellaud, scartata in un primo tempo, ma ripescata in giornata dagli organizzatori.