I continui rinvii causa quarantena e la necessità di recuperi in tempi brevi favoriscono le poche squadre che possono disporre di un organico di professionisti
Il big match previsto sabato prossimo a Ginevra fra i padroni di casa e la Spinelli Massagno è stato rinviato a causa della quarantena. Un ulteriore inghippo, pensiamo non sarà l’ultimo, in questa bislacca stagione dove molte squadre si sono poi ritrovati a tour-de-force per recuperare partite in lassi di tempo molto brevi. Il tutto a discapito di una approssimativa condizione di forma legata ad allenamenti monchi, con rischi di infortunio sempre più evidenti. Diciamo che siamo abituati, ormai, a queste situazioni anche se, ne siamo convinti, il campionato ne è in parte snaturato. Infatti, le società che hanno un roster con tutti professionisti, fatta magari eccezione per qualche giovane panchinaro, sono chiaramente avvantaggiate rispetto a quelle che di professionisti ne hanno solo tre o quattro, mentre gli altri, fra lavoro e scuola, si trovano costretti a rinunce di non poco conto, comprese trasferte che non possono fare a causa dei datori di lavoro o a particolari momenti scolastici. È il prezzo che si paga quando si hanno strutture che possono funzionare con una partita alla settimana, pur con qualche incontro infrasettimanale preventivamente programmato. È uno dei tanti limiti del nostro basket che soffre non poco, pandemia o meno, di strutture societarie che non sono in grado di avere una forza economica tale da garantire il professionismo ad almeno 8-9 giocatori. Non per nulla si fa fatica a vedere l’emergere di nuovi giocatori svizzeri validi, con le conseguenze di avere una nazionale che ha dei limiti, come si è visto nelle recenti qualificazioni. Ciò, al netto delle buone prestazioni della squadra elvetica, ma, ricordiamolo per dovere di cronaca, pur sempre contro avversarie con i roster limitati nella massima qualità dalle competizioni europee e dalla Nba.
In ogni caso stiamo assistendo alla ricerca di rinforzi per questo finale di stagione ma, ancora una volta, limitati alle migliori. L’ultimo arrivato alla corte dei Lions di Ginevra è Nathan Jurkovitz, di ritorno dalla squadra israeliana dell’Hapoel Beer Sheva dove ha trovato poco spazio. Un innesto che avrà certamente il suo peso in un complesso che quest’anno punta a vincere tutto.
Massagno ha ingaggiato due settimane fa un centro di peso, il pivot senegalese con passaporto spagnolo di 210 centimetri per 120 chili, Nguirane Maodo Malik, mentre l’Olympic era già corso ai ripari quasi un mese fa ingaggiando Kraijna e licenziando Garrett. Tutte scelte per non farsi mancare nulla nel finale di stagione, mentre per le altre, fatta forse eccezione per Neuchâtel se riuscirà a ritrovarsi con continuità, non ci sono grandi speranze. I Lugano Tigers, dopo aver lasciato andare Louissant ad Antibes, hanno rinunciato anche a Marco Portannese. I motivi, oltre a quelli finanziari, sono di natura personale. Il giocatore spera ancora di trovare un ingaggio nella A2 italiana: se non dovesse accadere, vuole prepararsi al meglio per staccare un ingaggio per il prossimo campionato. Rischiare un magari serio infortunio nel nostro campionato, per di più in una squadra che non ha alcuna possibilità di vincere qualcosa, non ha alcun senso e la dirigenza bianconera l’ha lasciato andare. Così van le cose quando non si vogliono correre inutili rischi, finanziari da una parte, fisici dall’altra.