Tiri liberi

Un equilibrio che non fa il bene del basket svizzero

Il valore dei club dal quarto all'ottavo posto si è abbassato. Dopo la pandemia qualche società saprà trovare forza finanziaria per tornare a sognare?

I Lugano Tigers contro Boncourt
(Ti-Press)
20 aprile 2021
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A oggi – senza le sfide di questa sera e di domani – i verdetti sono due: Ginevra finirà al primo posto, avendo da giocare in casa contro Nyon e Neuchâtel le ultime due sfide; mentre e Nyon sarà fuori dai play off. Anche la seconda piazza non dovrebbe sfuggire alla Sam Massagno, al netto di una vittoria a Monthey; poiché se l’Olympic la raggiungerà, è comunque avanti negli scontri diretti. È tranquillo anche il Neuchâtel in quarta posizione, in quanto non è più raggiungibile né può raggiungere alcuna avversaria.

C'è invece un bel guazzabuglio dalla quinta all’ottava posizione, con quattro squadre racchiuse in due punti. Però al Lugano manca un solo incontro, quello con gli Starwings, ed è quinto con 16 punti. Il Monthey, che ha recuperato una gara ieri sera, si trova pure a 16 punti, ma con una partita in meno. A quota 14 troviamo Boncourt e Starwings con una partita in meno rispetto al Lugano. Di scontri diretti ne rimane uno fondamentale, quello che il 28 aprile opporrà i bianconeri ai basilesi sul campo amico dell’Elvetico. Le altre squadre se la vedranno con le migliori, a eccezione di un Boncourt-Nyon che ci pare scontata. Sarà dunque interessante vedere se ci sarà qualche colpaccio, anche se non ci crediamo molto.Le forze in campo sono quelle che sono e difficilmente ci saranno colpi di coda, a meno che qualcuna vada in campo senza costrutto.

Ci sarà certamente chi sosterrà che questo equilibrio è un bene per il nostro basket e chi, come noi, che sostiene ci sia un evidente calo di valore di tutto il movimento. Anche in passato ci sono state delle dicotomie fra le più forti e le più deboli o, per meglio dire, fra le prime tre e le altre; ma il valore tecnico di oggi delle squadre dal quarto all’ottavo posto si è abbassato di molto.

Un esempio è il Lugano, che gioca da una vita ormai con soli due stranieri eppure può finire al quinto posto: altre squadre che lo seguono in classifica, che di stranieri ne hanno tre o quattro, faticano tanto e quanto i bianconeri. Segno evidente che la qualità tecnica degli stranieri non è eccelsa. E nessuno venga a dirmi, che se le forze in campo si equilibrano è perché hanno pari qualità e che questa qualità può essere elevata. L’unico comune denominatore è che questi stranieri costano tremila dollari al mese e quindi nel mondo ce ne saranno mezzo milione di ugual valore. Ogni tanto capita qualche giocatore che, sull’arco di una o due stagioni, cresce bene e può arrivare in campionati più performanti e avere ingaggi migliori, ma sono rarità. Non molto tempo fa avevamo degli stranieri che costavano tre volte tanto, ma che facevano il pieno in palestra e ci si giocava l’Europa alla pari con squadre di nazioni più quotate. Oggi una sola squadra maschile gioca in Europa, nella competizione dei più “poveri” (Europa Cup) contro squadre sconosciute, eppure si fa fatica a vincere qualche gara.

Vedremo come le società usciranno da questa pandemia e se nel futuro qualcuna si rimetterà in carreggiata dal punto di vista finanziario, per avere una qualità migliore e risvegliare sogni ed entusiasmi oramai sopiti.