Danni a timone e albero costringono il grande favorito della Vendée Globe a far ritorno. Con il padre in ospedale per ictus. 'L'avevo completamente occultato'
Al quarto giorno di regata c'è un'altra sorpresa alla folle impresa della Vendée Globe. Di nuovo per colpa di un'avaria: dopo Fabrice Amedeo, costretto a rientrare in porto appena qualche ora dopo essere partito, stavolta la vittima è però nientemeno che Jérémie Beyou, il grande favorito per il successo nell'edizione 2020 della regata attorno al mondo in solitaria, senza scalo né assistenza.
E il 44enne bretone, che sta sì rientrando verso le Sables-d'Olonne, ma è comunque ancora a oltre 400 miglia nautiche (ovvero quasi 750 chilometri) dalla costa, può mettere una croce sulle sue speranze di vittoria. «Mi sono appena svegliato dopo quattro anni di preparazione per provare a vincere la Vendée ed è già finita» commenta Beyou dal largo, spiegando che la decisione di tornare in porto era praticamente obbligata, siccome oltre a un danno a uno dei timoni lamenta seri problemi all'albero. «Ero assorbito al 100% da ciò che stavo facendo, e quando le cose vanno così è davvero un colpo violento... È per questo che ci ho messo molto a decidere di fare dietrofront: avrei probabilmente dovuto farlo subito, perché l'aver affrontato il (violento, ndr) fronte in avvicinamento con una barca in quello stato, naturalmente ha provocato altri danni collaterali. E non riuscivo a crederci».
Beyou è atteso sabato mattina alle Sables-d'Olonne, e nel caso in cui dopo le riparazioni volesse ripartire lo potrà fare entro il 18 novembre, alle 1420 precise. «Adesso riporto la barca a terra, e poi vedrò. Non lo so, non so nulla. Mio padre è all'ospedale, perché una settimana prima della partenza della gara è stato colpito da ictus. Cosa che io avevo completamente occultato. Forzatamente, adesso mi arriva tutto addosso in un sol colpo».