VELA

Fabrice e una notte senza chiudere occhio: 'È frustrante'

Vendée Globe 2020, parla il francese rientrato in porto all'alba sfidando la marea per sistemare un'avaria. 'Il gennaker proprio non ne voleva sapere'

Il 42enne francese Fabrice Amedeo (Keystone)
9 novembre 2020
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La regata più pazza del mondo, che consiste nel giro del globo senza assistenza né scalo (pena l'esclusione), è cominciata nel peggiore dei modi per Fabrice Amedeo. Il navigatore che per campare fa il giornalista a Le Figaro, e per la seconda volta ha deciso di misurarsi con la tremenda Vendée Globe, che per lui è il sogno di una vita. Tuttavia, giusto qualche ora dopo essere partito, lo skipper originario dei Paesi della Loira è stato costretto a invertire la rotta e fare ritorno a terra, per risolvere un problema tecnico che gli impediva di ammainare una delle vele.

«È stato un duro colpo al morale» racconta Amedeo, dopo una notte in porto Sables d’Olonne senza chiudere occhio. Anche perché gli imprevisti non erano finiti lì. Infatti prima di poter tornare in banchina, poco prima delle 8 del mattino, l'imbarcazione è rimasta per cinque ore ormeggiata davanti alle coste francesi per ben cinque ore, impossibilitata a raggiungere il porto a causa della bassa marea, mentre una squadra di tecnici provava invano a salire in testa d'albero per capire l'entità del guasto. 

L'esempio di Desjoyeaux. 'Bisogna saper relativizzare'

«Provo grande frustrazione nell'essere di nuovo qua. La sola fortuna è che il regolamento di regata permette di ripartire» continua Amedeo, probabilmente pensando a ciò che accadde a Michel Desjoyeaux nell'edizione del 2008, che riuscì a vincere nonostante fosse dovuto rimanere alle Sables d’Olonne per una quarantina d'ore. 

«Ieri ero partito benissimo, e quando il vento è girato ho voluto spiegare il gennaker, ma non sono riuscito a farlo scendere. Le ho provate tutte, per un'ora e mezza, ma in mezzo al Golfo, con tutto quel traffico e la perturbazione che si avvicinava non mi sembrava saggio montare da solo in testa d'albero. Così ho fatto dietrofront». Tuttavia, quella che avrebbe dovuto essere semplicemente una breve sosta, per Fabrice Amedeo si sta trasformando in un calvario: tanto per fare un esempio, a metà pomeriggio il ginevrino Alan Roura e la sua La Fabrique, che per ora non sono tra i primi, avevano già macinato oltre 300 chilometri in mare, mentre lui - in fondo - doveva ancora partire... «Indubbiamente sono il primo ad aver fatto notizia in questa regata, ma non mi sono mica ritirato: bisogna saper relativizzare».