I 33 skipper della Vendée Globe, tra cui il ginevrino Roura, hanno lasciato le Sables-d'Olonne per 70 giorni di totale avventura. Amedeo già di ritorno
Con oltre un'ora di ritardo a causa della nebbia persistente, i trentatré skipper iscritti all'edizione 2020 della Vendée Globe – tra cui anche uno svizzero, il ventisettenne ginevrino Alan Roura – nel pomeriggio hanno preso il largo davanti alle Sables-d'Olonne, nel Golfo di Biscaglia. Giunto alla sua nona edizione, il giro del mondo in solitaria senza scalo né assistenza, aperto a imbarcazioni monoscafo conformi ai parametri della classe Imoca 60, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia per la prima volta nella storia ha lasciato il celebre porto della località balneare francese nell'anonimato, senza il consueto bagno di folla.
Nonostante il Covid, però, quest'anno la maxiregata ha superato il record d'iscritti, e molti di quei marinai provenienti da nove nazioni diverse (e tra loro ci sono ben nove donne) durante la circumnavigazione del globo andranno incontro a problemi e avarie di ogni tipo. L'obiettivo per tutti sarà naturalmente rivedere terra fra qualche mese alle Sables-d'Olonne, ma e il più veloce tra loro cercherà pure di battere il record stabilito nell'ultima edizione dal francese Armel Le Cléac’h, che portò a compimento i suoi sforzi in 74 giorni, 3 ore, 35 minuti e – per la precisione – 46 secondi.
Neppure il tempo di partire e c'è già qualcuno costretto a tornare in porto: si tratta del francese Fabrice Amedeo, skipper di Newrest, che è pure giornalista di Le Figaro, oltre che navigatore, il quale ha fatto dietrofront quando si trovava a 50 miglia dalla costa, a causa di un'avaria che gli impedisce di ammainare una delle vele: stando al quotidiano sportivo l'Equipe, Amedeo dovrebbe arrivare alle Sables d'Olonne nella notte, dopo aver risalito il vento, ma la sua sosta tecnica dovrebbe essere di cortissima durata.