CICLISMO

Marc Hirschi, la terza volta quella buona

Tour de France, trionfo in solitaria per il 22.enne bernese, già secondo a Nizza e terzo sui Pirenei. Primoz Roglic conserva la maglia gialla

10 settembre 2020
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La terza è la volta buona. Dopo averci provato una prima volta a Nizza (battuto da Alaphilippe) e una seconda sui Pirenei (superato da Pogacar e Roglic), Marc Hirschi è finalmente riuscito a conquistare la sua prima vittoria al Tour de France, la prima inassoluto nella sua ancor breve carriera da professionista. Il 22.enne bernese, campione del mondo U23 nel 2018, si è imposto in solitaria nella 12. frazione, Chauvigny - Sarran (218 km), al termine della quale lo sloveno Roglic ha mantenuto la maglia gialla.

«È semplicemente incredibile. Riesco a malapena a trovare le parole per descrivere le mie emozioni. Nei chilometri conclusivi nutrivo ancora dubbi sull'effettiva possibilità d vincere. È stata incredibilmente dura», ha affermato il bernese di Ittigen, guarda caso lo stesso comune di un certo Fabian Cancellara che del nuovo gioiellino dl ciclismo svizzero è modello e mentore. I suoi due tentativi precedenti non sono andati a buon fine, ma non per questo ha perso morale e gambe... «I due piazzamenti mi hanno dimostrato che sono forte. Mi hanno dato ulteriore motivazione e tanta fiducia nelle mie possibilità», ha aggiunto il corridore della Sunweb. 

Hirschi ha piazzato l’attacco decisivo a 28 km dall’arrivo, sulla difficile salita di Suc au May, ascesa che domina il massiccio delle Monédières. Preso un leggero vantaggio, lo ha dapprima ampliato fino a 50", poi ha saputo resistere al ritorno degli inseguitori, approfittando delle strade strette e sinuose, particolarmente adatte a chi pedala in fuga. Alla fine ha preceduto di 46” il francese Pierre Rolland, di 52” il danese Sören Kragh Andersen, primo di un drappello di sei corridori chiuso dall’altro svizzero Sébastien Reichenbach. Il gruppo ha tagliato il traguardo con 2'33" di ritardo.

L'ultima vittoria rossocrociata sulle strade della Grande Boucle risale al 2012, quando a Liegi Fabian Cancellara si era aggiudicato la cronometro iniziale. La vittoria di Hirschi porta a 31 il numero complessivo delle affermazioni elvetiche nella storia del Tour de France.

Quella conclusasi a Sarran è stata una frazione movimentata. La fuga iniziale si è formata già nel corso di una prima ora corsa a ritmo di rumba. Dal gruppo sono usciti in sei (Erviti, Sanchez, Politt, Walscheid, Asgreen e Burgaudeau), ma il controllo della Bora ha impedito al gruppetto di accumulare un vantaggio superiore ai 2'. Il ricongiungimento è avvenuto a 42 km dal traguardo, dopo di che è iniziata una lunga serie di attacchi. Lungo la penultima ascesa di giornata si è formato un drappello comprendente Soler, Schachmann, Pacher, Benoot, Andersen e Hirschi. Quest'ultimo ha fatto la differenza in salita sul Suc au May, dando poi ulteriore dimostrazione delle sue qualità di discesista (già evidenziate domenica nella picchiata dal Col del Marie Blanque). Questa volta, però, a differenza di quanto capitato sui Pirenei, gli inseguitori non sono riusciti a tappare il buco e Hirschi ha potuto tagliare il traguardo a braccia alzate.

Domani tappa di montagna tra Châtel-Guyon (Puy-de-Dôme) e Puy Mary, con il più elevato dislivello dell'intero Tour: 4'400 metri. In programma sette salite, la prima e l'ultima (Pas de Peyrol, 5,5 km all'8,1% con punte massime del 15%) di prima categoria.

Tirreno, Frank in evidenza

Dalla vittoria di Hirschi al Tour, alla fuga di Matthias Frank alla Tirreno. Ma se al bernese la buona sorte ha arriso, il lucernese non è stato altrettanto fortunato. Lui e i suoi due compagni di avventura sono stati raggiunti a 15 km dal traguardo di Cascia. Allo sprint la vittoria è andata all'australiano Lucas Hamilton, davanti all'italiano Fausto Masnada. Il canadese Michael Woods, terzo a 10", conserva la maglia di leader. Da segnalare i 10' di ritardo accumulati da Chris Froome, dopo i 18' concessi ieri.