Il belga trionfa a Siena nella corsa, durissima, che segna il ritorno in sella nella stagione segnata dal Covid. 'Questa è una vittoria speciale'
Il ciclismo si rimette in sella, dopo l'interminabile sosta provocata dalla pandemia, e regala subito emozioni, spettacolo e colore con la Strade Bianche, a Siena. Non poteva esserci battesimo più sofferto fra caldo, polvere e fatica per la stagione forse più tormentata della storia, che i dirigenti hanno dovuto comprimere al massimo per evitare all'intero movimento di sprofondare nelle sabbie mobili del default economico.
Il bottino della Strade Bianche è finito nelle mani di un belga, Wout Van Aert, che si è aggiudicato la prova maschile; e in quelle di un'olandese, Annemiek Van Vleuten, che ha bissato con la maglia iridata addosso il successo dell'anno scorso. L'Italia si consola con il secondo posto del tricolore Davide Formolo, staccato di 29", e il quarto di Alberto Bettiol, a 1'30". Van Aert confessa di avere «lavorato veramente tanto per vincere. Volevo questa corsa, perché la amo e negli anni scorsi mi ha fatto davvero soffrire. Quella di oggi è una vittoria speciale, perché venivo dalla caduta di un anno fa al Tour de France che per me è rimasta una grande delusione». Il ciclocrossista nato nelle Fiandre ha messo a segno l'attacco vincente all'inizio dell'ultimo tratto in salita, staccando i compagni di fuga Fuglsang, Bettiol, Formolo e il campione tedesco Schachmann. Il suo vantaggio è levitato con il passare dei chilometri, divenendo impossibile da azzerare a tre chilometri dal traguardo di piazza del Campo. Sono rimasti invece fuori dalla lotta per il successo alcuni big ed esperti di gare in linea, come il plurititolato slovacco Peter Sagan, Vincenzo Nibali, Mathieu Van der Poel o Julien Alaphilippe, che aveva vinto l'anno scorso.