Per la prima volta il tasso di chi non pratica attività fisica è diminuito, passando dal 26 al 16% in 6 anni. E i ticinesi "sportivi" dal 35 al 48%.
Gli svizzeri sono sempre più sportivi, soprattutto le donne e le persone "anziane". Lo rileva lo studio Sport Suisse 2020 condotto dall'Ufficio federale dello sport (UFSPO) e illustrato oggi a Berna in presenza della consigliera federale Viola Amherd. Una ricerca che evidenzia come per la prima volta il tasso di coloro che non praticano alcuna attività fisica sia nettamente diminuito passando dal 26% al 16% in sei anni. Inoltre il Ticino e la Romandia hanno recuperato terreno rispetto agli svizzerotedeschi.
Secondo quanto emerso, circa l'80% degli adulti residenti in Svizzera soddisfa le più recenti raccomandazioni in materia di attività fisica e la quota di sportivi molto attivi che si allenano più volte alla settimana non è mai stata così elevata (51%). Nel 2000 era del 36%, nel 2008 del 40% e nel 2014 del 44%.
L'aumento dell'esercizio fisico negli ultimi sei anni può essere attribuito principalmente alle donne e alle persone nella seconda metà della vita. Le donne attualmente hanno raggiunto gli uomini e sono particolarmente attive a partire dai 45 anni. Un sensibile incremento è stato notato anche nella terza età: la percentuale di persone molto attive è praticamente la stessa tra i 65-74enni (58%) e tra i 15-24enni (59%). Sei anni fa era rispettivamente per i 65-74enni del 42% e per i 15-24enni del 57%.
Come detto, per la prima volta dagli anni Settanta, la percentuale di coloro che non praticano attività fisica è fortemente diminuita: solo il 16% si dice non sportivo, contro più di un quarto nei tre precedenti studi che risalgono fino al 2000, secondo il sondaggio condotto presso 12'000 persone. Mentre gli sportivi occasionali sembravano in via di estinzione al volgere del millennio, il loro numero è raddoppiato negli ultimi anni. È possibile, tuttavia, che coloro che un tempo si definivano non sportivi si considerino oggi piuttosto degli sportivi occasionali. E se i confederati di lingua tedesca si confermano "campioni" in ogni categoria, il Ticino e la Svizzera romanda hanno recuperato terreno: i ticinesi e i romandi che praticano attualmente sport più volte alla settimana sono ormai il 48% contro rispettivamente il 35% e il 39% del 2014. Per gli svizzerotedeschi la percentuale è del 52% contro il 46% di sei anni fa.
Il caratteristico "quintetto elvetico", con discipline sportive cosiddette "lifetime" quali camminate, ciclismo, nuoto, sci e jogging, è piuttosto in alto nella classifica degli sport preferiti in Svizzera. Soprattutto le camminate dal 2014 hanno segnato ancora una volta una crescita marcata, risultando una delle attività più praticate per entrambi i sessi e in ogni fascia di età. Anche allenamento della forza, yoga e danza hanno notevolmente aumentato la propria popolarità negli ultimi sei anni. In progressione anche l'attività polisportiva della popolazione svizzera, visto che in media uno sportivo pratica 4,5 discipline.
Quasi un quarto (22%) della popolazione è membro attivo in una società sportiva: si tratta in particolare di uomini e giovani di età inferiore ai 25 anni, che partecipano spesso a gare. Un membro attivo su due si impegna a livello volontario nello sport, mentre circa un quinto della popolazione svizzera è iscritto a un centro di fitness.
Lo studio ha rilevato anche come l'anno scorso il 9% della popolazione si sia ferita praticando sport. In un terzo delle lesioni si è trattato di infortuni di una certa gravità, con incapacità lavorativa superiore a tre giorni. Le donne si infortunano un po' meno spesso degli uomini, ma per loro le lesioni sono tendenzialmente un po' più gravi.
Infine è emerso come in media la popolazione svizzera spenda per lo sport circa 2000 franchi all'anno. La maggioranza della popolazione è soddisfatta del modo in cui lo sport viene promosso in Svizzera, mentre oltre un terzo delle persone ritiene che le misure di incoraggiamento potrebbero essere rafforzate in favore dei giovani e dei bambini, delle persone portatrici di handicap, di gruppi svantaggiati e delle giovani leve.