ATLETICA

La missione di Ajla: 'Voglio conoscermi meglio come atleta'

Tornata in Olanda, la sprinter ticinese Del Ponte spera in un estate con qualche meeting

Keystone
24 maggio 2020
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Bentornata normalità. Dopo una primavera naturalmente durissima per tutti, ma soprattutto per chi, come Ajla Del Ponte, è stato costretto a interrompere tutto sul più bello, senza aver più neppure l’opportunità di allenarsi. Ora che è tornata in Olanda, dove s’allena con il suo allenatore Laurent Meuwly al Centro federale di Papendal, dopo aver potuto fare ritorno in Ticino per trovare i genitori («ero davvero preoccupata per loro», dice la sprinter tesserata per l’Us Ascona), quella parentesi è solo un ricordo. Pur se la quarta svizzera più veloce della storia, come indica l'11''21 sui 100 stabilito due anni fa a La Chaux-de-Fonds, in questa crisi qualcosa l’ha comunque imparato: «Ho preso definitivamente coscienza che non serve essere sempre stressati - spiega - Anche se in verità già lo sapevo, me ne sono resa davvero conto quando finalmente la situazione si è fatta più distesa, e il mio corpo ha reagito meglio di come credessi. E la forma c’è».

Adesso che è tornata a sudare, il suo obiettivo è quello di fare un passo avanti. «È bello tornare a correre in uno stadio, facendolo senza pensarci, col proprio allenatore. Sì, mi sono davvero tolta un peso... I prossimi mesi? Spero che ci sia comunque qualche meeting, non so, ad agosto, oppure settembre. Io spero di poter correre a Losanna, a Bellinzona e a qualche altro apputantamento minore. Perché è primordiale non perdere il legame con la competizione, e con le sensazioni che regala. Anche se adesso, a dire il vero, ho un obiettivo ben preciso: voglio imparare a conoscermi meglio come atleta, lavorando a fondo sulle cose di cui abitualmente non mi occupo, concentrandomi sulle mie debolezze».

Debolezze che il suo coach Laurent Meuwly riassume così. «Ajla deve riuscire a essere più efficace nei primi dieci metri - spiega il tecnico friborghese -. Tecnicamente, poi, il suo piede deve avanzare in maniera più diretta, senza salire tanto in alto quando arretra. Poi, nella seconda parte dei 100 Ajla dovrà riuscire a tenere una frequenza maggiore e a farlo con maggiore scioltezza».

C’è Tokyo nel mirino

Dal suo ritiro di Papendal, alla periferia di Arnhem, la ticinese spera di poter prendere parte a delle competizioni-test che sta cercando di mettere in piede il suo allenatore in Olanda. Anche se, in una stagione comunque rovinata dal Coronavirus, è difficile riuscire a fissarsi dei veri e propri obiettivi a livelli agonistici. «Io comunque continuo ad allenarmi con un preciso obiettivo cronometrico in testa - spiega Ajla -. Infatti bisognerà andare a cercare la qualificazione ai Giochi di Tokyo dell’anno prossimo». Qualificazione che nel caso della ticinese sui 100 dovrà passare da un crono di 11''15.

Di tempo, però, a disposizione ce n’è. «World Athletics ha deciso di congelare il periodo di qualificazione sino a fine novembre - ricorda -. Se riuscissi a centrare quell'11''15 entro fine anno, potrei però affrontare il 2021 con maggior fiducia. E se battessi il mio personale già quest’estate (11''21, ndr) potrei tentare nuovamente di migliorarlo l’anno prossimo. In ogni caso - conclude - non voglio prendere questo 2020 come un anno buttato oppure privo di significato». G.M.