Tornata in Olanda, la sprinter ticinese Del Ponte spera in un estate con qualche meeting
Bentornata normalità. Dopo una primavera naturalmente durissima per tutti, ma soprattutto per chi, come Ajla Del Ponte, è stato costretto a interrompere tutto sul più bello, senza aver più neppure l’opportunità di allenarsi. Ora che è tornata in Olanda, dove s’allena con il suo allenatore Laurent Meuwly al Centro federale di Papendal, dopo aver potuto fare ritorno in Ticino per trovare i genitori («ero davvero preoccupata per loro», dice la sprinter tesserata per l’Us Ascona), quella parentesi è solo un ricordo. Pur se la quarta svizzera più veloce della storia, come indica l'11''21 sui 100 stabilito due anni fa a La Chaux-de-Fonds, in questa crisi qualcosa l’ha comunque imparato: «Ho preso definitivamente coscienza che non serve essere sempre stressati - spiega - Anche se in verità già lo sapevo, me ne sono resa davvero conto quando finalmente la situazione si è fatta più distesa, e il mio corpo ha reagito meglio di come credessi. E la forma c’è».
Adesso che è tornata a sudare, il suo obiettivo è quello di fare un passo avanti. «È bello tornare a correre in uno stadio, facendolo senza pensarci, col proprio allenatore. Sì, mi sono davvero tolta un peso... I prossimi mesi? Spero che ci sia comunque qualche meeting, non so, ad agosto, oppure settembre. Io spero di poter correre a Losanna, a Bellinzona e a qualche altro apputantamento minore. Perché è primordiale non perdere il legame con la competizione, e con le sensazioni che regala. Anche se adesso, a dire il vero, ho un obiettivo ben preciso: voglio imparare a conoscermi meglio come atleta, lavorando a fondo sulle cose di cui abitualmente non mi occupo, concentrandomi sulle mie debolezze».
Debolezze che il suo coach Laurent Meuwly riassume così. «Ajla deve riuscire a essere più efficace nei primi dieci metri - spiega il tecnico friborghese -. Tecnicamente, poi, il suo piede deve avanzare in maniera più diretta, senza salire tanto in alto quando arretra. Poi, nella seconda parte dei 100 Ajla dovrà riuscire a tenere una frequenza maggiore e a farlo con maggiore scioltezza».
Dal suo ritiro di Papendal, alla periferia di Arnhem, la ticinese spera di poter prendere parte a delle competizioni-test che sta cercando di mettere in piede il suo allenatore in Olanda. Anche se, in una stagione comunque rovinata dal Coronavirus, è difficile riuscire a fissarsi dei veri e propri obiettivi a livelli agonistici. «Io comunque continuo ad allenarmi con un preciso obiettivo cronometrico in testa - spiega Ajla -. Infatti bisognerà andare a cercare la qualificazione ai Giochi di Tokyo dell’anno prossimo». Qualificazione che nel caso della ticinese sui 100 dovrà passare da un crono di 11''15.
Di tempo, però, a disposizione ce n’è. «World Athletics ha deciso di congelare il periodo di qualificazione sino a fine novembre - ricorda -. Se riuscissi a centrare quell'11''15 entro fine anno, potrei però affrontare il 2021 con maggior fiducia. E se battessi il mio personale già quest’estate (11''21, ndr) potrei tentare nuovamente di migliorarlo l’anno prossimo. In ogni caso - conclude - non voglio prendere questo 2020 come un anno buttato oppure privo di significato». G.M.