Coach Luca Tomatis lancia con ottimismo la semifinale dei playoff di Lega nazionale B, che il Ticino Unihockey inaugura stasera contro il Turgovia
Secondo una simpatica tradizione, in casa Ticino Unihockey gli obiettivi di inizio stagione non coincidono: quello della società è la permanenza in Lega nazionale B. Da centrare, se possibile, attraverso la qualificazione ai quarti di finale; a Luca Tomatis, invece, piace alzare un tantino l’asticella, naturalmente col sorriso, in un giochino delle parti divertente, a cavallo tra gli slanci di fiducia e il basso profilo, magari anche un po’ scaramantico.
Certo, i quarti hanno la priorità anche per il coach, il quale però non ha mai disdegnato traguardi più prestigiosi. Ora che la sua squadra ha raggiunto le semifinali, fedele a sé stesso Tomatis guarda con una malcelata vena di ottimismo anche al confronto ‘best of 5’ contro il Turgovia, secondo solo all’ambizioso Basilea al termine della stagione regolare.
«Quando abbiamo raggiunto i playoff – ricorda il coach rossoblù – l’obiettivo che ci eravamo prefissati era il superamento dei quarti di finale. La semifinale è un bel regalo che possiamo cercare di farci. Un ulteriore passo, una serie contro una compagine di Lega nazionale A, sarebbe un sogno. Sono fiducioso, perché nella serie dei quarti ho visto applicare molto bene tante delle cose sulle quali abbiamo lavorato con profitto in stagione. I ragazzi hanno acquisito la mentalità giusta e sono entrati nelle dinamiche di gioco che ci sono proprie. Siamo in crescita, non vedo segnali di stanchezza. Abbiamo disputato tutta la serie a tre linee, perché non c’è mai stata la necessità di scendere a due. Fisicamente i giocatori sono integri, alcuni hanno anche potuto recuperare bene da qualche malanno di stagione. Per non fare che un nome, vittima di una commozione cerebrale, Pablo Mariotti è rientrato alla terza gara dei playoff e ha completato la linea che forma abitualmente con Nadir Monighetti e André Landin. Il suo pieno recupero ha giovato molto al rendimento dei compagni di blocco e dell’intera squadra». Contro il Friborgo, sconfitto alla ‘bella’, è stato un crescendo notevole. «In gara 1 siamo stati un po’ sorpresi dalla fisicità e dalla loro durezza, invero un po’ al limite. Eravamo vicini, ma non quanto sarebbe servito. Non eravamo ancora entrati del tutto nella serie. In gara 2 ci siamo avvicinati. Gradatamente abbiamo preso le misure all’avversario, calato un po’ fisicamente nel corso delle partite, anche perché si è ostinato a spremere due blocchi. A livello di gioco, abbiamo sempre dimostrato una certa superiorità, poi emersa chiaramente alla ‘bella’, in cui tutto è filato a meraviglia, sullo slancio della vittoria ai rigori in gara 4, partita che comunque abbiamo sempre avuto in mano».
Il Turgovia è superiore al Friborgo. «È un gradino sopra. In stagione abbiamo subìto due sconfitte (8-7 e 7-2, ndr), ma non siamo stati dominati. La mettono un po’ meno sul fisico, e questo dovrebbe agevolarci, alla luce delle difficoltà avute in tal senso contro il Friborgo. Hanno un pacchetto stranieri molto forte in fase realizzativa, ma non sono sempre costanti. Dobbiamo prestare la massima attenzione a livello difensivo. Se ci riusciamo, una possibilità ce l’abbiamo. Il primo obiettivo è vincere una delle due partite del weekend – oggi in trasferta o domani in casa, alle 17 (ma, ed è notizia dell'ultima ora, a porte chiuse, ndr) –, così da tornare all’Arti & Mestieri anche sabato 14 marzo per gara 4». Gara 3, invece, è in calendario giovedì a Weinfelden.
Nei quarti il Turgovia ha estromesso il Verbano in tre partite. «Ho visto in streaming le loro due gare casalinghe. Non ho potuto trarne grandi indicazioni, se non che l’atteggiamento difensivo del Verbano per un po’ qualche difficoltà l’ha creata. In gara 1 il Verbano ha giocato in maniera ultradifensiva, anche perché aveva gli uomini contati. Ha lottato strenuamente e ha potuto contare sulle reti di Zalesny. Mai, però, ha dato l’impressione di poter vincere. La differenza è stata netta».