Sono i due principali obiettivi, nonché i due principi sui quali si fonda il progetto che rivolge il proprio impegno ai ragazzi, in ambito educativo e sportivo
Lo scorso 4 novembre, nel corso della serata al Palazzo dei Congressi di Lugano culminata con l’elezione del ‘Miglior sportivo ticinese’, concorso promosso da Aiuto Sport, è stata insignita del Premio etico “per il suo costante impegno verso i ragazzi, che vengono accompagnati nell’esperienza dello sport, ma anche seguiti attraverso un percorso educativo davvero importante”, come recita la motivazione dei responsabili del Panathlon Club Lugano, padrino di un premio che per l’All Sport Association (Asa) ha rappresentato un motivo d’orgoglio, nonché il riconoscimento del valore di un’attività che rivolge il proprio impegno ai ragazzi, in ambito educativo e sportivo, e che negli anni ha conosciuto una crescita sensibile.
«Il progetto Asa – spiega Elena Premoli, segretaria e coordinatrice – è nato a fine 2014 da un incontro tra amici. Attorno a un tavolo, parlando di sport, è nata l’idea di creare un ente, che poi ha preso vita nella forma di un’associazione che potesse proporre sul territorio dei progetti che mettessero in primo piano la bellezza di fare sport, attraverso iniziative concrete. Dei percorsi pensati soprattutto per le giovani generazioni o per chi, a livello sportivo, è chiamato a curarne anche l’educazione, così da diffondere sul territorio una sana cultura sportiva. Lavoriamo in ambito sportivo, con valori e concetti che sono anche quelli fondanti per la vita sociale: il rispetto delle regole, del prossimo, dell’ambiente. La sensibilità di ciascun interlocutore e della famiglia che ha alle spalle ci permette di trasmettere e di lasciare qualcosa che possa poi diventare un seme in grado di germogliare anche in ambiti diversi dallo sport».
Il progetto è cresciuto rapidamente in questi ultimi anni, proprio perché purtroppo non mancano le situazioni di negatività in cui lo sport è vissuto solo in termini competitivi, di arrivismo, di vittoria a tutti i costi, alimentate da contesti anche più ampi, nazionali e mondiali. Situazioni che hanno fatto sì che la nostra idea nata attorno a un tavolo tra amici sia diventata un’associazione di una certa importanza. Segnatamente negli ultimi due anni, quelli del progetto ‘Gioca pulito’, finanziato anche da fondi cantonali. Il progetto è diventato più solido, concreto, coinvolge un numero sempre maggiore di ragazzi e di famiglie, e prevede la collaborazione di altre associazioni o enti “amici”, coinvolti nella realizzazione delle diverse iniziative. Questo alimenta la nostra soddisfazione, e ci sprona a portare avanti il nostro lavoro. Anche perché ci dà la fotografia della situazione sul nostro territorio, spingendoci a fare ancora meglio, trovandoci e confrontandoci. Se c’è una risposta, significa che alla base c’è un’esigenza».
La crescita è stata notevole, i riscontri oltre le attese. «Nel primo anno (2017), abbiamo organizzato una sola settimana di ‘camp’, perché non eravamo certi di come sarebbe andata. Sulla carta eravamo pronti, ma non avevamo un’idea precisa di ciò a cui saremmo andati incontro nella pratica. Eravamo un po’ spaventati da potenziali imprevisti. Ci ha meravigliato la trentina di iscrizioni ricevute. Non avevamo un passato, cose o immagini da mostrare relative a precedenti edizioni, uno sponsor, dei soci. La risposta delle famiglie e la fiducia che ci hanno dato sono un motivo d’orgoglio, ci hanno fatto molto piacere. Alcuni ragazzi si sono ripresentati e sono stati con noi anche negli anni successivi. Evidentemente ci siamo inseriti in un contesto in cui si avvertiva il bisogno di un progetto come il nostro».
Il successo crescente di Asa, e la credibilità guadagnata sul campo, non sono passati inosservati nemmeno in sede istituzionale. «Con il Dicastero dello sport di Lugano c’è un rapporto che dura sin dalla prima edizione del ‘camp’. A livello cantonale, il Dss ci ha avvicinato per la proposta di ‘Gioca pulito’, iniziativa grazie alla quale siamo stati inseriti in un gruppo di lavoro del dipartimento. Ci fa molto piacere poter mettere a disposizione e condividere la nostra piccola esperienza».
Il progetto ‘Gioca pulito’ nasce partendo da precisi episodi di cronaca. «Dalla sospensione dei campionati giovanili da parte della federazione ticinese, per episodi violenza – ricorda Elena Premoli –. Ci siamo detti che la soluzione non poteva essere solo il ‘fermi tutti’. Fermi tutti sì, ma interroghiamoci sul perché si arriva a tanto. Con ‘Gioca pulito’ abbiamo arricchito il nostro contribuito. Non ci siamo limitati all’organizzazione di corsi o di campi estivi, bensì siamo entrati in contatto diretto con le società calcistiche. In futuro speriamo di farlo anche con altri sport, perché è da quel contatto che si deve ripartire».
Un ulteriore arricchimento dell’offerta di Asa è rappresentato dalla settimana con pernottamento in Leventina (17-21 agosto). «La richiesta ci è pervenuta da alcune famiglie che ci hanno dato fiducia, negli anni. È un esperimento che ci permette di abbracciare tutto il territorio uscendo dai confini della regione di Lugano, riferimento dei campi estivi. Prevede un programma più intenso, con un micro ‘Gioca pulito’ all’interno della settimana, con appuntamenti nel tardo pomeriggio e la sera, che prevedono momenti di riflessione con i ragazzi, tramite immagini e filmati. Lavoreremo ancora meglio su quanto ci prefiggiamo, prevenzione e sensibilizzazione».