A Glasgow il ticinese punta a fare esperienza, con un pensierino a una semifinale. Sarà al via di 5, 100 e 200 delfino
L’arrivo a Glasgow è stato lunedì, nel pomeriggio. Poi, tanto per non farsi mancare nulla, subito un allenamento nella piscina che ospiterà tutte le gare, un’ora e mezza dopo l’atterraggio. Noè Ponti ha quindi già avuto modo di immergersi – è proprio il caso di dirlo – nell’atmosfera dei Campionati europei assoluti, lui che si presenta alla kermesse da juniore – lo sarà anche l’anno prossimo –, quindi senza troppe pressioni con cui fare i conti. Nell’anima dell’agonista quale è, però, vi è la volontà di trarre il massimo dalla partecipazione, non solo in termini di esperienza. Per quanto la priorità non sia il risultato – non a Glasgow, quantomeno – bensì proprio l’esperienza che determinati eventi sanno regalare a chi ancora ha tutta una carriera davanti. «L’obiettivo è il miglioramento dei miei tempi e – perché no – centrare una semifinale. Ma sono giovane, per cui sfrutterò questo appuntamento per fare esperienza che mi sarà utile più avanti, per orientarmi meglio nei grandi eventi ai quali prenderò parte in futuro». Idee chiare e tanta benvenuta serenità per il talento classe 2001 della Nuoto Sport Locarno, in acqua per i 50, 100 e 200 delfino (oltre alla staffetta mista, sempre come delfinista), lo stile che più gli si addice, grazie al quale ha già potuto avvicinare i tempi dei ‘grandi’ e fare i limiti richiesti da Swiss Swimming, valsigli la selezione.
Per Noè, la prima gara è in agenda sabato. Nei giorni che la precedono, si tratta soprattutto di acclimatarsi e abituarsi alla piscina. Operazione che è già giunta a buon fine. «La struttura – spiega – non è così ampia come quella di Copenaghen, ma a me piace. Tanti hanno storto il naso, vedendola, ma a me è piaciuta. Superato l’impatto di ordine logistico, eccoci a quello ambientale. Nella squadra nazionale, con tutti i colleghi più forti... «Mi trovo molto bene con tutti, sono tutti ragazzi simpatici. Li ho potuti frequentare già durante il campo d’allenamento a Tenero della settimana passata, è stato divertente». Il ritmo è scandito da allenamenti, pasti e riposo. C’è poco spazio per altre attività. «Il piano originale prevede per me un solo allenamento al giorno. Dall’albergo ci spostiamo con una navetta che ci conduce in piscina, una ventina di minuti di viaggio. Nel poco tempo libero a disposizione chiederò di poter far due passi in centro, per visitare la città. Ma altrimenti, come detto, allenamenti e riposo».
Ai grandi eventi la forma del momento può rivelarsi determinante. «Mi sento bene, sono reduce da una fase di scarico più lunga del solito, da molti giorni sono ‘in tempo’. Le sensazioni sono buone. Ora si tratta di convertirle in buoni risultati in gara. Quella in cui forse mi sento un po’ meno pronto sono i 50 delfino, ma ho voglia di lasciarmi sorprendere». 17 anni, ancora in età juniori, una sola esperienza internazionale con gli ‘Assoluti’, agli Europei di Copenaghen in vasca corta (dove ottenne il record svizzero sui 50 in 51’’81, ndr). Insomma, un po’ di tensione potrebbe anche sentirla, il giovane ticinese. «In realtà non avverto una pressione particolare. Non ho nulla da perdere. Nella lista di partenza non figuro tra quelli che hanno un tempo che vale una semifinale. Questo non significa che non ci provi, ma servirà una vera e propria impresa. Il livello è altissimo. Non dimentichiamo che sono uno dei più giovani in assoluto. I 2001 sono due, forse tre in tutto. Per pensare di entrare in una semifinale devo per forza migliorare i miei personali. Credo che serva il record svizzero, per farcela. Quantomeno nei 100 e nei 50. Nei 200 non ho un’idea precisa di quale tempo serva».