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Largo ai giovani

Thierry Bollin (18 anni), Roman Mityukov (17) e Antonio Djakovic (15) sono i moschettieri del nuoto giovanile elvetico, ne assicurano il futuro ad alti livelli.

11 aprile 2018
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Ai Campionati svizzeri di Ginevra Noè Ponti, punta di diamante della Nuoto Sport Locarno – argento nei 100 e bronzo nella 200 delfino, argento nella 200 mista lo scorso anno al Festival olimpico della gioventù europea in Ungheria – ha messo al collo la medaglia d’oro nella 100 e nella 200 delfino, oltre all’argento nei 50 delfino (si “consola” con il limite per gli Europei assoluti di Glasgow), all’argento nei 400 stile libero e al bronzo nei 200 dorso.

Destinato a successi importanti in virtù di un talento fuori dal comune che abbina alla necessaria forza di volontà e all’imprescindibile spirito di sacrificio – doti senza le quali il talento andrebbe sprecato –, Noè incarna il nuovo e frizzante corso del nuoto svizzero, che agli Europei giovanili di luglio a Helsinki poterà ben diciotto ragazzi, un numero quasi raddoppiato rispetto alla scorsa edizione. Data la giovanissima età, siamo quasi al paradosso, giacché che vinca un paio di titoli nazionali a livello assoluto non fa quasi più notizia, pur continuando a rappresentare un traguardo straordinario, riservato a pochi eletti. «Mi sono presentato da favorito nel delfino – ricorda Noè Ponti tracciando il bilancio degli Svizzeri di Ginevra conclusisi domenica –, soprattutto nei 50 e nei 100, ma ho vinto l’oro nei 100 e nei 200. Nei 50 ho conquistato l’argento, perché la finale si è svolta pochi minuti dopo i 400 stile libero, lasciandomi ben poco tempo per il recupero. Non sono deluso, però, perché i 50 li ho nuotati comunque molto bene, poco dopo i 400 in cui ho fatto registrare il limite personale.

Sono molto contento di aver vinto i 100 e i 200, anche se non con tempi eccezionali. Ho chiesto lumi al mio allenatore (Massimo ‘Max’ Baroffio, ndr), mi ha spiegato che ho incrementato il numero di allenamenti in acqua, da 8 a 10 sedute, e quelli in palestra (da 4 a 5). Quindi, mi serve un po’ di adattamento a questi nuovi ritmi, necessari per tentare di fare i tempi per i Giochi olimpici, operazione prevista già nel 2019, come confermatomi dai responsabili di Swiss Swimming. Va anche detto che da novembre in poi sono stato in trasferta per gare più o meno ogni due settimane, con un sovraccarico che non è così facile da smaltire completamente. Ho iniziato a Zurigo, con i Campionati in vasca corta.

Poi due settimane a Copenaghen (Europei assoluti, ndr), Losanna, Ginevra, ancora Zurigo, Parigi, Austria, e ancora Ginevra, per questi Svizzeri, ai quali sono arrivato forse un po’ scarico. Per la stagione in corso, il picco di forma è infatti previsto per l’estate, con gli Europei giovanili di Helsinki, nella prima settimana di luglio. Sono l’appuntamento principale della stagione, quello che a livello di risultati dovrebbe darmi le soddisfazioni maggiori. Voglio provare a confermarmi e a migliorare i miei tempi. Lo ritengo possibile, anche perché in allenamento vado molto più veloce dello scorso anno. Partirò con ambizioni di medaglia».

Spirito di squadra

Ambizioni anche di titolo? «Dipende dalla presenza o meno di tutti i miei rivali più forti. Gareggio contro quelli del 2000 (Noè è un 2001, ndr), per cui il titolo non è affatto scontato. Bisogna vedere in quali condizioni si presenterà l’ungherese Kristof Milak, detentore di tutti i record del mondo giovanili della disciplina. Preparerà gli Assoluti di agosto, potrebbe anche non essere al picco della forma. Ma non è l’unico papabile. La concorrenza non manca, ed è molto qualificata».

Noè Ponti non è l’unico svizzero forte qualificato per Helsinki, in grado di ben figurare e di ottenere grandi soddisfazioni. «Secondo me, ma anche stando ai nostri allenatori, abbiamo una possibilità di medaglia anche in staffetta, soprattutto nella 4 x 200 stile libero, che mi vedrà in acqua con Roman Mityukov, Antonio Djakovic e Christopher Cappelletti della Turrita (a Heksinki i ticinesi saranno tre, con un secondo portacolori della Nuoto Sport Locarno, Igor Saric, qualificatosi nella 200 delfino, ndr). Siamo ambiziosi anche nella 400 mista: possiamo ambire a un posto nei primi sei».

Dopo Helsinki, Glasgow, a inizio agosto. «Ci andrò senza pressione, come a Copenaghen lo scorso inverno. Sarà il mio primo Campionato europeo assoluto in vasca lunga, è la rassegna iridata più importante. Posso forse ambire a una finale, ma non avrò obiettivi particolari, se non quello di fare esperienza ad altissimo livello».

Più allenamenti in acqua dallo scorso ottobre (sono diventati dieci, quattro di prima mattina, cinque nel tardo pomeriggio, uno sabato, la domenica è libera, ma solo se non ci sono gare), più sedute in palestra da gennaio. Un carico supplementare di lavoro ai fini del nuoto, che non va però a incidere sul rendimento scolastico di un quasi 17enne che, oltre che atleta di grande talento, è anche allievo di liceo con precisi obblighi scolastici da rispettare. «Potrei studiare di più – ammette Noè –, ma tengo bene il passo, con valutazioni che vanno dal discreto al buono. È vero che frequento il Liceo sportivo (al secondo anno dei cinque che ha scelto di fare, ndr), ma di tempo per studiare non è che ne avanzi poi molto».

Recentemente ha dichiarato che non ha un hobby, perché non ha il tempo per dedicarvisi. «In realtà non pratico un altro sport anche perché non ne sono capace. Ogni volta che mi cimento in una disciplina che non sia il nuoto, mi faccio male, mi slogo qualcosa (ride, ndr). Ascolto musica, a casa gioco a ping-pong con mio cugino Nilo, ma nulla di fisso».

Thierry Bollin, Roman Mityukov, Antonio Djakovic sono solo alcuni dei nomi dei ragazzi inseriti nei quadri nazionali di Swiss Swimming: una generazione molto promettente, ragazzi la cui coesione è probabilmente uno dei segreti del loro attuale successo. «Andremo in 18 agli Europei giovanili, molti di più dello scorso anno. Conosco molto bene tutti i ragazzi, siamo molto amici. Conosco bene anche le ragazze, andiamo tutti molto d’accordo. Nessuno si tira fuori dal gruppo perché non si integra. I risultati di tale spirito si vedono. E sono riassunti nelle tante medaglie che abbiamo ottenuto agli Svizzeri di Ginevra: io nel delfino, due classe 2000 nel dorso, Cappelletti e Djakovic a stile libero. Sono stati i Campionati dei giovani, soprattutto in campo maschile. È un bel segnale per la disciplina: è sinonimo di vitalità»