Domani Riva e Bellinzona una di fronte all’altra con in palio l’atto conclusivo di Coppa Svizzera a Ginevra
Un derby, una sfida tra Riva e Bellinzona che è una di quelle opportunità che non sempre succedono, dato che la Coppa vive di sorteggi felici e infelici, con quel che ne consegue.
Massimo Aiolfi: «Queste sono gare in cui non occorre fare grandi discorsi emozionali. Direi che, più o meno inconsciamente, anche i nostri recenti risultati hanno risentito di questa attesa, tanto è sentita».
Il Bellinzona ha accusato un calo nell’ultimo mese, dopo dieci vittorie consecutive. «Penso sia stato un calo fisiologico, legato agli sforzi profusi per risalire dal fondo verso il quarto posto, con un corollario di piccoli acciacchi dell’una o dell’altra giocatrice che hanno limitato il gioco d’assieme. Ma, lo ripeto, non eravamo dei fenomeni prima e non siamo diventati scarsi adesso».
Il processo di crescita è comunque continuato. «Direi proprio di sì. Il problema è la continuità di rendimento delle singole, poco abituate a certi ritmi in allenamento e a tenere alto il livello d’impegno. Quando arrivi in alto devi capire che bisogna fare di più per rimanerci. Fa parte di un processo di crescita che va alimentato, cosa non sempre facile».
Come hai preparato questa sfida? «Siamo pronti ad affrontare una squadra che ha un buon collettivo e due straniere molto valide. Il Riva ha molte giovani con esperienza di Lna, quindi non delle neofite. Noi abbiamo qualche giocatrice più “anziana” ed esperta, ma in queste gare ci sono molti fattori che concorrono a dare il risultato: l’attitudine in campo, la voglia di lottare su ogni pallone e non lasciare l’iniziativa alle avversarie. Un derby è già di per sé strano, se poi ci mettiamo che è anche la partita che ti porta in finale di Coppa... Potranno essere i dettagli a definire la gara, un rimbalzo, una palla persa. Di sicuro sarà importante non perdere mai concentrazione e attitudine mentale per 40’».
Anche Valter Montini è pronto alla sfida. Il suo Riva ha già creato la sorpresa vincendo due anni fa la Coppa contro l’Elfic e ha voglia di tornare a giocarsi una finale. Come si vince un derby così speciale? «Con la testa, con la capacità di non lasciare nulla al caso e con una grande difesa».
Cosa temi del Bellinzona? «La squadra nel suo insieme, perché ha la miglior coppia di straniere del campionato, perché ha gente di esperienza e poi ha una giocatrice come Avila Lopez che per noi è sempre stata una spina nel fianco: questo per la sua dinamicità, per le sue attitudini a rimbalzo, difficile da marcare».
‘Incidono tanti fattori’
Un Riva che ha avuto una bella crescita con alti e bassi, segno di una certa “immaturità” cestistica. «È vero che palesiamo dei passaggi a vuoto che spesso paghiamo caro, come i cinque minuti contro l’Hélios. Se c’è una cosa da evitare, sono proprio i cali di tensione, dovuti anche all’inesperienza: sono fattori che possono cambiare il volto a una gara. In una sfida di questa portata entrano fattori emozionali diversi, vuoi per la presenza della diretta televisiva, vuoi per il folto pubblico».
Fisicamente come siete messi?
«Qualche giocatrice non è al meglio: inoltre va considerato che la nostra lotta per mantenere il posto in Lna ha consumato non poche energie psicofisiche in giocatrici non abituate a questa situazione. Ci sono state partite capitali molto intense, per cui anche certi cali successivi rientrano in questo tipo di analisi».
Dicevi: una grande difesa... «Un aspetto fondamentale, è logico. Ma bisogna anche capire come difendere senza arrivare a caricarsi di falli, perché allora diventa ancor più complicato. La nostra panchina ha meno esperienza di quella bellinzonese».
Serve una Motem al top, e non quella vista recentemente. «Anche per lei non è sempre facile, però mi auguro che certi errori non li ripeta e sia dentro la gara al massimo. Non possiamo prescindere dalle due straniere».
Un derby che sarà deciso da? «Difficile dirlo perché nel nostro basket ci sono aspetti che possono stravolgere un pronostico, una tattica o altro. Se vogliamo vincerlo, da parte nostra occorrerà la partita perfetta in ogni angolo del campo».