Scienza e medicina

È allarme, la febbre Oropouche ‘atterrata’ in Europa

Diagnostica in Italia, per gli esperti è una delle emergenze di salute pubblica con le quali dobbiamo abituarci a convivere

In sintesi:
  • Causata dall’omonimo virus, diffuso normalmente nella regione amazzonica
  • Trasmessa all’uomo dalle punture di insetti, in particolare moscerini e zanzare
Mosquito
(Keystone)
15 giugno 2024
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Diagnosticato nel Veneto, il primo caso in Europa, di febbre Oropouche (una arbovirosi come dengue, Zika, chikungunya), in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica.

Causata dall’omonimo virus, diffuso normalmente nella regione amazzonica, e trasmesso all’uomo dalle punture di insetti, in particolare moscerini e zanzare, è una delle arbovirosi più diffuse del Sudamerica, con oltre 500mila casi diagnosticati dal 1955 a oggi, un numero probabilmente sottostimato viste le limitate risorse diagnostiche disponibili nell'area di diffusione.

I sintomi? Si manifestano di solito dopo 3-8 giorni dalla puntura dell'insetto vettore, e sono in gran parte sovrapponibili a quelli di altre febbri virali tropicali come dengue, Zika o chikungunya: febbre alta (oltre i 39 °C) accompagnata da mal di testa, dolore retrorbitale, malessere generale, mialgia, artralgia, nausea, vomito e fotofobia. Sono stati inoltre registrati sporadici casi di interessamento del sistema nervoso centrale, come meningite ed encefalite.

Nel 60% circa dei casi dopo la prima fase acuta i sintomi si ripresentano, in forma meno grave: di solito da due a dieci giorni, ma anche dopo un mese dalla prima comparsa: “Oropouche come le altre arbovirosi – precisano gli esperti – costituiscono una delle emergenze di salute pubblica con le quali dobbiamo abituarci a convivere. L'essere riusciti ad isolare il virus ci fornisce un'arma in più per affinare la diagnostica e la ricerca”.