Fa discutere la decisione di non annerire il viso dei Mori. Su laRegione oggi anche un ricordo del Pirata e un documentario ispirato da Erminio Ferrari
La decisione della Fondazione Processioni Storiche di Mendrisio di rinunciare ad annerire il viso dei volontari che nella sfilata del Giovedì Santo interpretano i mori ha diviso la politica locale: le Processioni devono adattarsi ai tempi che cambiano o devono restare nella tradizione? Insomma, oggi occorre essere politicamente corretti a ogni costo? laRegione ha interrogato gli esponenti dei partiti dei vari schieramenti.
La tematica dell'utilizzo di prodotti fitosanitari nell’agricoltura è tornata alla ribalta con il caso di Gudo, dove a novembre nella falda da cui attinge il pozzo di captazione è stata riscontrata una presenza leggermente oltre il limite di un fungicida (utilizzato in particolare per trattare cereali, ortaggi e la vigna) vietato nella Confederazione da inizio 2020, perché ritenuto pericoloso per la salute. Fra le alternative, quella di ricorrere nelle colture a varietà resistenti alle malattie così da dover utilizzare o addirittura eliminare l’utilizzo di prodotti fitosanitari.
Tra pochi giorni saranno passati vent’anni dalla tragica, triste morte di Marco Pantani: nella pagina speciale di oggi, un ricordo del Pirata anche attraverso due libri molto diversi che se letti insieme paiono in qualche modo andare a completarsi.
Il 15 febbraio del 1966 nella galleria d’adduzione dell’impianto idroelettrico tra la Valle Bedretto e la Valle Bavona muoiono 17 uomini, uccisi dai gas tossici che ristagnavano in una frazione del cunicolo. Di loro, e di chi avevano lasciato, Erminio Ferrari aveva scritto prima sul giornale, 25 anni dopo, poi in un libro. Proprio da “Cielo di stelle” ha preso spunto Fabrizio Albertini per quello che possiamo considerare un secondo omaggio, ancorché indiretto, al compianto giornalista e scrittore; un omaggio tradotto nel documentario “Robiei 66. Anatomia di una tragedia”, che come il precedente passerà a “Storie” domenica prossima, 11 febbraio, dalle 20.40 su Rsi La1.
Thomas Süssli, il comandante dell’esercito svizzero, sabato 2 febbraio, in un’intervista al Tages Anzeiger, ha ammesso l’impreparazione delle nostre forze armate in caso di una guerra. In buona sostanza l’alto ufficiale ha concesso che, nell’eventualità di un conflitto, siamo in grado di resistere per non più di due settimane. E c'è un buco di 1,2 miliardi nel bilancio dell'esercito. Gli interrogativi e le criticità, soprattutto per il futuro, nel commento odierno di Franco Zantonelli.