Dalle elezioni suppletive agli Stati a un viaggio in ricordo del Ticino dei canapai. Spazio anche al processo al presunto aggressore del cagnolino Rex
Trump in fuga dopo essere stato arrestato. Il Papa vestito con un giubbotto bianco sembra ricordare un rapper. Sono due foto apparse sul web nei giorni scorsi e, lo diciamo subito, sono foto false, ‘fake’ come si dice in gergo. Basta un abbonamento per creare questo tipo d’immagini finte che possono fare il giro del mondo o mettere nei guai una persona. Ma dov’è il limite? Ne parliamo nel nostro approfondimento.
Sulle pagine di Cantone si affronta il tema delle elezioni suppletive per il Consiglio degli Stati. I colleghi Andrea Manna e Jacopo Scarinci hanno interpellato i vertici dei partiti sul futuro del seggio che (verosimilmente) sarà presto lasciato libero dalla socialista Marina Carobbio.
Seguendo lo stesso filone anche il commento ‘Ceci n’est pas un Papa’, a cura del collega Roberto Scarcella, parla di foto create al computer, ma verosimili, prese per vere. Dalle pitture rupestri a Magritte, il confine tra realtà e rappresentazione è sempre più labile.
Passiamo ora alle cronache locali. Approderà in tribunale la vicenda di un abitante di Roveredo accusato di avere ucciso a calci e sassate il piccolo Rex, un cagnolino che era finito nel suo giardino dopo essere uscito dal recinto del proprietario domiciliato nelle vicinanze. È infatti fissato per il 20 aprile il dibattimento che vede l’uomo in qualità d’imputato per maltrattamento di animali.
Terminiamo la nostra rassegna giornaliera fra le pagine di cultura. Nel podcast ‘Quegli stupefacenti anni zero’ (Rsi), il regista Olmo Cerri rievoca il Ticino dei canapai a cavallo del Duemila, tra storia, politica, memorie e chiaroscuri generazionali.
Buona lettura!