EDUCAZIONE

Competenze motorie di base: una risorsa da coltivare

L’importanza della motricità nello sviluppo dei bambini è sempre più riconosciuta. Una ricerca prova a monitorare le competenze motorie di base

L’educazione fisica è un momento di crescita e sviluppo fondamentale a livello psicofisico
(Depositphotos.com)

I bambini e le bambine dai 3 ai 10 anni vanno incontro a una fase centrale del loro sviluppo psico-fisico e sociale. Proprio a scuola intessono le prime relazioni al di fuori della cerchia familiare – interagendo attraverso l’integrazione di processi cognitivi, emozionali e sensomotori – imparano a comunicare e a trovare delle soluzioni per cooperare con i pari e gli adulti. Uno degli elementi centrali di questo processo è proprio la motricità. La scuola dell’infanzia prima e la scuola elementare poi diventano così un luogo privilegiato di scoperta, sperimentazione ed elaborazione di nuove strategie di adattamento che consentono anche di acquisire nuove abilità motorie, grossolane e fini. Più la scolarizzazione avanza, più le competenze motorie di base si perfezionano e lasciano spazio a combinazioni di movimenti più complesse.

L’importanza di basi solide

Non come negli ultimi anni la ricerca scientifica in questo ambito evidenzia l’importanza di gettare le basi fin dall’inizio della scolarizzazione sul conseguimento di tali competenze motorie. L’apprendimento mediato dalle esperienze corporee agisce sulla formazione dell’autostima e della percezione del sé e genera un’influenza positiva sulla salute mentale, fisica e sociale dei bambini e delle bambine. Tutti presupposti che aiutano inoltre a prevenire varie patologie in età evolutiva e promuovono stili di vita sani. L’acquisizione di competenze motorie di base, oltre a costituire la base per lo sviluppo di abilità sportive specifiche (che a loro volta permettono la partecipazione attiva alla cultura dello sport e del movimento lungo tutto il corso della vita), appare anche come un obiettivo centrale per lo sviluppo della personalità dell’allievo.

Il ruolo cruciale della
scuola dell’infanzia ed elementare

Come accennato in precedenza, la scuola ricopre un ruolo fondamentale per la promozione regolare delle competenze motorie di base. Ma come possono gli insegnanti descrivere e misurare le competenze motorie di base dei loro allievi per poi identificare i bisogni e intervenire precocemente con delle attività didattiche adattate alle loro esigenze?


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Sono fondamentali attività stimolanti e variate

Lo strumento di monitoraggio: Test MOBAK

Per misurare le competenze motorie di base è necessario impiegare uno strumento di indagine valido e che, allo stesso tempo, possa essere utilizzato nel contesto delle pratiche pedagogiche quotidiane in funzione delle fasce di età degli allievi. In questa ottica, un gruppo di ricerca composto principalmente da didatti dell’educazione fisica ha sviluppato a partire dal 2016 il Test MOBAK. Suddiviso in varie classi relative al livello scolastico di riferimento, il Test MOBAK è composto da otto esercizi attraverso i quali vengono registrate le competenze motorie degli allievi in due ambiti di competenza: l’area ‘Muoversi’ (mantenere l’equilibrio, fare la capriola, saltare e correre) e l’area ‘Muovere un oggetto’ (lanciare, prendere, palleggiare e dribblare).

Il progetto EMOKK in Ticino

Dallo scorso anno e per i prossimi tre anni il Dipartimento formazione e apprendimento, in collaborazione con la Sezione delle scuole comunali del DECS e l’Alta scuola pedagogica di Zurigo – partner principale – svolge un monitoraggio delle competenze motorie di base sul territorio cantonale (progetto EMOKK, Entwicklung Motorischer Basiskompetenzen in der Kindheit). Una volta all’anno, nel corso delle normali lezioni di motricità, un team di docenti ed esperti si occupa di svolgere i Test MOBAK nelle sezioni prescelte di scuola dell’infanzia (SI) e scuola elementare (SE). Oltre al nostro cantone, in questo progetto longitudinale sostenuto dal Fondo Nazionale Svizzero per la ricerca scientifica, sono coinvolte anche le altre due principali regioni linguistiche nazionali.

Primi risultati e interpretazioni
per la SI e SE in Ticino

Alcuni importanti risultati dello studio evidenziano come i bambini e le bambine nel secondo anno di scuola dell’infanzia abbiano ottenuto un punteggio medio più alto in entrambi gli ambiti di competenza se confrontati ai compagni e alle compagne del primo anno. I motivi di questa differenza tra allievi e allieve al primo e secondo anno (oltre alla differenza d’età) sono legati anche al contesto scolastico. A volte le bambine e i bambini più piccoli, per varie ragioni – tra cui quelle affettive, relazionali e sociali – possono partecipare in modo discontinuo alle attività motorie, vedendo così allungare i tempi di apprendimento. Più la scolarizzazione avanza, maggiori sono le opportunità per gli allievi di ampliare e consolidare l’apprendimento motorio confrontandosi con variegate e puntuali situazioni motorie giornaliere.

Un altro campo d’indagine dello studio degno d’interesse è la differenza tra i generi che risulta esserci nei due ambiti della competenza motoria sia per i test MOBAK SI e MOBAK 1-2: le bambine hanno ottenuto risultati leggermente migliori nell’area ‘muoversi’ e i bambini dei risultati significativamente maggiori nell’area ‘muovere un oggetto’. Una delle cause principali può essere spiegata in parte dalle differenze di socializzazione; per esempio, i maschi sono più propensi a partecipare a sport ricreativi e di associazioni sportive dove vi è un utilizzo di una palla.

Ricadute sull’insegnamento

Per i docenti di scuola dell’infanzia ed elementare quelle appena descritte sono informazioni importanti in ottica di una pianificazione dei momenti di insegnamento-apprendimento motorio, siano essi attività strutturate oppure momenti di gioco libero. Sulla base delle differenze di prestazione evidenziate tra il primo e il secondo anno di scolarizzazione e quelle legate al genere nei due ambiti di competenza è importante e fondamentale che gli insegnanti promuovano nella loro quotidianità delle attività motorie variate e stimolanti, atte a soddisfare le esigenze e i bisogni dei bambini e delle bambine. Se allenati tramite momenti di apprendimento disciplinari e/o interdisciplinari, i movimenti di base pian piano si automatizzano e si differenziano favorendo così l’acquisizione di un ‘bagaglio motorio’ sempre più ampio e variegato. Ne consegue la cruciale importanza che riveste la riflessione pedagogico-didattica nel progettare un’attenta promozione dell’attività motoria attraverso l’educazione fisica scolastica agli inizi e durante la scolarizzazione.

* docenti ed esperti di didattica dell’educazione fisica
** professore aggiunto ed esperto di didattica dell’educazione fisica

In collaborazione con il Dipartimento formazione e apprendimento