Un hotel delle Filippine concede 5 giorni di permesso retribuiti ai dipendenti colpiti da una rottura sentimentale. E c'è una proposta in parlamento
La fine di una relazione per molte persone è un momento molto complicato, a volte traumatico: anche se la vita va avanti, spesso l'improvvisa rottura comporta dei cambiamenti nel quotidiano, inclusa la necessità di dover trovare un nuovo alloggio. Per non parlare, chiaramente, delle conseguenze a livello emotivo, a volte anche fisiche. Ma, appunto, la vita va avanti, e per i cuori infranti a volte diventa difficile mettere da parte il disagio emozionale soprattutto quando bisogna presentarsi sul posto di lavoro. C'è però chi ha pensato di riconoscere la rottura sentimentale come un motivo più che valido per essere esentati dagli impegni lavorativi, proprio in virtù delle conseguenze che essa comporta a livello psicologico: un concetto che è approdato persino in un'aula di un parlamento.
È accaduto nelle Filippine, dove Ricardo Dublado, Ceo di un hotel nella città di Cebu, nel febbraio 2023 ha deciso di concedere cinque giorni di permesso retribuito ai dipendenti colpiti dalla fine di una relazione. In un'intervista al portale Gma News, Dublado ha spiegato di aver preso questa decisione in base alla sua esperienza personale con la rottura di un rapporto, rendendosi conto che essa ha influenzato la sua produttività e volendo dunque evitare che ciò accada ai suoi dipendenti. A far scattare definitivamente l'idea, un post su Facebook di un collaboratore che, annunciando la fine della sua relazione, presagiva atti autolesionistici. "Ho sempre avuto cura della salute mentale dei dipendenti, perché il nostro successo passa anche da loro", afferma Dublado. I cinque giorni possono essere utilizzati durante tutto l'anno, ma sono esclusi i "tira e molla": è necessario infatti che si sia conclusa una relazione con una persona ogni volta diversa.
Ma non finisce qui: l'iniziativa di Dublado ha infatti ispirato un disegno di legge presentato dal deputato Lordan Suan. L'Heartbreak Recovery and Resilience Act, presentato nel febbraio del 2024, prevede infatti dei giorni di congedo non retribuiti per sofferenze emotive, riconoscendo l'impatto della fine di una relazione sulla salute mentale e sulla produttività lavorativa. I congedi sono differenziati per fasce di età: un giorno per le persone sotto i 25 anni, due per i lavoratori da 25 a 35 anni, tre giorni per gli altri: ciò perché i dipendenti più anziani devono spesso gestire anche dinamiche familiari complesse in seguito alla rottura di un rapporto, e necessitano dunque di più tempo. Ai congedi sono associati programmi di supporto per il recupero del benessere emotivo. Il disegno di legge incontra però delle difficoltà nel suo percorso: oltre alla contrarietà degli ambienti economici, anche i lavoratori hanno delle riserve essendo i congedi non retribuiti. In pratica, prima il portafogli, poi il cuore.