Curiosità

La Crusca contro le Poste italiane diventate ‘Delivery Service’

Delivery Express, standard, Globe, Europe, web: eppure ‘ci sono parole italiane per definire i servizi offerti’, ricorda l’Accademia

The italian yellow giant
(Wikipedia)
3 novembre 2021
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“Chi intende avvalersi delle Poste italiane per spedire un pacco deve fare i conti con un fatto imprevisto e non per tutti amichevole”: ora “la posta non trasporta, consegna, distribuisce, recapita, bensì si occupa di ‘delivery’, come nei paesi anglofoni, parola che viene, come il verbo to deliver, dall’antico francese délivrer, a sua volta dal latino De-Liberare, che ha dato l’italiano deliberare, dotato però di un senso alquanto diverso”. Rispetto a ciò, il gruppo Incipit dell’Accademia della Crusca suggerisce che “un’azienda investita di un servizio pubblico come le Poste non debba cedere alla sirena del marketing fino a scegliere per le proprie prestazioni, destinate a utenti di lingua italiana, denominazioni che sicuramente non rendono l’offerta più perspicua e chiara, e neppure facilitano il contatto con il pubblico o la scelta del prodotto”.

“Non è facile per tutti gli utenti distinguere le differenze tra i vari tipi di servizi offerti, quelli che poco tempo fa erano contraddistinti dalle diciture ‘pacco ordinario’, ‘pacco celere’ eccetera – rilevano gli studiosi linguisti della Crusca –. Ora abbiamo Delivery Express, Delivery standard, Delivery Globe, Delivery Europe, Delivery international Express, Delivery web, con un ordine dei componenti dei sintagmi che non pare rispettare sempre alla perfezione quello reale della lingua inglese. Sono nomi che probabilmente vogliono evocare l’aggiornamento tecnologico di una logistica al passo con i tempi, ma l’efficienza sarebbe identica se espressa con una più comprensibile nomenclatura italiana”.

Il gruppo Incipit esamina e valuta neologismi e forestierismi ‘incipienti’, scelti tra quelli impiegati nel campo della vita civile e sociale, nella fase in cui si affacciano alla lingua italiana, al fine di proporre eventuali sostituti italiani. Ne fanno parte gli studiosi di fama Michele Cortelazzo, Paolo D’Achille, Valeria Della Valle, Jean-Luc Egger, Claudio Giovanardi, Claudio Marazzini, Alessio Petralli, Luca Serianni, Annamaria Testa.