Il ritrovamento del fossile ha rivelato la sua esistenza almeno 16 milioni di anni fa in Oceania
Ritrovato il fossile di un antico pipistrello gigante ormai estinto, che era tre volte più grande della media dei pipistrelli moderni: vissuto almeno 16 milioni di anni fa in Nuova Zelanda, volava tra gli alberi della foresta e, al momento giusto, si posava sui rami o a terra per muoversi sulle quattro zampe alla ricerca di cibo, per lo più vegetali e piccoli animali vertebrati. Chiamato Vulcanops jennyworthyae, viene descritto per la prima volta sulla rivista Scientific Reports da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’università australiana del Nuovo Galles del Sud (Unsw). "I fossili di questo spettacolare pipistrello e di altri trovati vicino alla città di St Bathans dimostrano che la voliera preistorica che a quel tempo era la Nuova Zelanda includeva una sorprendente diversità di animaletti pelosi oltre agli uccelli", afferma il ricercatore Trevor Worthy della Flinders University ad Adelaide, in Australia. "Questi pipistrelli, insieme con le tartarughe di terra e i coccodrilli, dimostrano che in Nuova Zelanda sono scomparsi importanti gruppi di animali, e che i sopravvissuti più rappresentativi di questa fauna perduta (come i kiwi, i moa e i tuatara) si sono evoluti in una comunità molto più complessa di quanto ipotizzato finora", aggiunge Paul Scofield, del museo di Canterbury. Il piccolo pipistrello gigante (che, nonostante le sue dimensioni, pesava appena 40 grammi) aveva una dieta molto simile a quella dei pipistrelli sudamericani. Questa lontana parentela ricorda che circa 50 milioni di anni fa Australia, Nuova Zelanda, Antartide e Sud America erano connessi fra loro a formare il supercontinente Gondwana: la sua successiva frammentazione, unita al raffreddamento del clima e alla comparsa dei ghiacci antartici, ha fatto sì che i pipistrelli del Pacifico sudoccidentale separassero il loro percorso evolutivo da quello dei loro cugini sudamericani.