Espressiva ma razionale: Kia Niro PHEV

Una veste più patinata e personale sottolinea il vistoso stile Kia ultima generazione: ma, a ben guardare, la Niro seconda serie pare allo stesso tempo voler anche conservare i contenuti collaudati del debutto. Su strada si fa dunque notare per il frontale ben espressivo, quasi aggressivo, al tempo stesso però combinato a profilo e volumi generali che restano filanti e lineari. Con ingombri contenuti – la lunghezza resta a 4,42 m – e passo piuttosto pronunciato (2,72 m) insieme a sbalzi ridotti. Volendo rimarcare ulteriormente una certa patina di originalità, la marca coreana offre inoltre la possibilità di adottare i montanti posteriori del tetto in tinta a contrasto.

Nonostante l’adozione del pianale K più recente, sul piano della propulsione la Niro conserva in larga misura le soluzioni tecniche già viste in precedenza, con particolare riferimento al motore termico di 1.6 litri benzina aspirato da 105 cv e al cambio automatico del tipo a doppia frizione, con trazione unicamente anteriore. Unità elettrica di spinta e batteria al litio dedicata alla trazione sono state tuttavia potenziate, in modo da estendere l’autonomia complessiva e incrementare la percorrenza in modalità puramente elettrica: a disposizione c’è ora un propulsore a corrente da 62 kW che contribuisce alla potenza di sistema più elevata, mentre l’accumulatore raggiunge la capacità di 11,1 kWh. La Casa dichiara così una percorrenza massima in modalità EV fino a 59 km con i cerchi più grandi da 18”, come sulla versione in test (65 km con ruote da 16” dell’allestimento di ingresso), in realtà non troppo lontana da quella che abbiamo registrato effettivamente su percorsi di varia natura: attorno ai 50 km senza troppa fatica. In effetti, gli stessi consumi di carburante a carica terminata restano ottimamente sotto controllo, permettendo di conservare comunque una solida economia di gestione di fondo: in questa condizione la Niro PHEV riesce comunque a farsi bastare 4,5 l/100 km in media, salendo poco oltre i 5 l/100 km con netta prevalenza di percorrenza autostradale.

Soprattutto razionale, accogliente e parca, anche alla guida la nuova Niro conserva l’indole conosciuta, trovando il suo raggio d’azione più consono nella rotondità di funzionamento così come nel senso di relax ed equilibrio che infonde dai primi chilometri. Non manca, volendo, anche un certo dinamismo, specie selezionando la modalità di marcia dedicata che rende controlli e reattività un po’ più pronti; con piglio vivace si apprezzano l’aderenza solida e una discreta reattività nei cambi di direzione, insieme ad accelerazione e riprese adeguate in ogni situazione e cambio doppia frizione a sei rapporti dal funzionamento piuttosto rapido e puntuale. Piacevole e piuttosto “presente” lo stesso sterzo. L’assorbimento delle sospensioni è anch’esso, in generale, di buona qualità, ma resta avvertibile qualche “gommosità” di risposta sulle sconnessioni isolate: avremmo preferito maggior distinzione tra la modalità di marcia normale, dedicata in special modo al comfort, e quella sportiva dove magari poter disporre di regolazioni dinamiche più estese.

Bene invece l’insonorizzazione acustica, a tutte le andature: la Niro resta una solida compagna di viaggio, oltretutto corredata di raffinati assistenti attivi alla guida di ultima generazione. Altrettanto convincente l’accoglienza offerta dall’abitacolo, caratterizzata da un design piuttosto arioso che suggerisce spazio: in effetti abbondante su entrambe le file di sedili, con sistemazione leggermente rialzata. Materiali e finiture sono discreti, forse un velo meno ricercati che un tempo, ma nel complesso l’ambiente è piacevole. Comodi e razionali tutti i comandi, compreso lo schermo centrale multifunzione da 10,25”; ben personalizzabile la postura di guida. In coda, la presenza della batteria al litio limita leggermente la cubatura standard a disposizione per i bagagli (348 litri contro i 451 offerti dalla ibrida standard). Non presente il passaggio centrale nel divano per accogliere oggetti lunghi.

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