laR+ IL COMMENTO

Swiss e un dumping al volo

I sindacati contestano l'accordo della compagnia elvetica con la lettone Air Baltic: ci sarebbero notevoli differenze retributive tra le due aerolinee

In sintesi:
  • Swiss riceverà da Air Baltic 21 aeromobili durante la stagione estiva e 5 in inverno
  • Per la Seco il personale lettone dovrebbe percepire i medesimi stipendi dei colleghi svizzeri
(Keystone)
6 novembre 2024
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Dumping salariale ad alta quota. È ciò di cui i sindacati accusano Swiss, per la sua partnership con la lettone airBaltic. Dalla quale, per via di un accordo stipulato lo scorso settembre e valido per tre anni a partire dal 2025, la compagnia elvetica riceverà 21 aeromobili durante la stagione estiva e 5 in inverno. Questo perché, grazie alla crescente richiesta di voli successiva al periodo nero per l’aviazione civile provocato dalla pandemia, il vettore svizzero, oggi facente parte del gruppo Lufthansa, fatica a star dietro al desiderio o al bisogno di viaggiare in aereo di parecchie persone. Una situazione (da un certo punto di vista) favorevole, se si considera che nel 2023 ha fatto letteralmente esplodere gli utili di Swiss, saliti a 718,5 milioni di franchi. Quest’anno il guadagno è leggermente diminuito ma siamo pur sempre a un utile di 505 milioni, quando alla fine del 2024 mancano ancora due mesi. Tanto per fare un esempio l’italiana Ita, in attesa del via libera dell’antitrust europeo per entrare pure lei nel gruppo Lufthansa, nel 2023 ha registrato una perdita di 5 milioni di euro.

Quindi, tornando a Swiss, se c’è richiesta di voli e non si hanno aerei a sufficienza dove sta il problema del “wet lease” sulle tratte europee, ovvero dell’accordo con airBaltic che fornisce un pacchetto completo comprensivo di velivoli e di equipaggi? Al di là del fatto che chi riserva su Swiss si ritrova imbarcato sull’aeromobile di una compagnia diversa, con il personale di bordo che non parla le lingue nazionali, c’è la questione della notevole differenza di retribuzione tra i lavoratori di cabina del vettore lettone e quello svizzero. Per intenderci: un copilota di airBaltic guadagna 4’000 franchi al mese, contro i 7’000 di un copilota di Swiss. Quanto a hostess e steward siamo, invece, a 1’500 franchi contro 4’000. Tutto questo viene reso possibile dalla cosiddetta “deregulation” del trasporto aereo, introdotta inizialmente negli Stati Uniti nel 1978 dal presidente Carter, poi estesa anche all’Europa, per consentire alle compagnie di adattare, con maggiore elasticità, la propria offerta alla domanda di trasporto e di creare una “sana” competizione tra le varie aziende, in modo da cercare, a vantaggio dei consumatori, l’equilibrio qualità-prezzo.

Ciò che non sappiamo è se in virtù della deregulation sia pure consentito il dumping salariale che, per i sindacati, si realizza di fatto con il “wet lease” tra la compagnia elvetica e quella lettone, considerando la differenza di retribuzioni di cui abbiamo detto. Il Canton Zurigo, dove ha sede Swiss, ritiene dal canto suo che il contratto sia lecito. Non la pensa in questo modo la Seco, secondo cui il personale di airBaltic che lavora su degli aerei noleggiati da Swiss e che fanno scalo a Zurigo, dovrebbe percepire i medesimi stipendi dei colleghi della compagnia elvetica. La quale, dovesse prevalere il parere della Segreteria dell’economia, si troverebbe oltretutto a dover versare ai dipendenti della compagnia lettone eventuali stipendi arretrati.

Insomma, a far da contraltare agli ottimi risultati di bilancio arriva una nuova potenziale figuraccia che incrina la reputazione di Swiss. E questo dopo la scoperta, in settembre, del peso eccessivo dei nuovi sedili di business e prima classe, tale da mettere a repentaglio la stabilità degli Airbus A330.