Davanti a tante sfide demografiche, fa riflettere la scelta dell’unico comune svizzero che vanta un bambino ogni cinque abitanti
Heidi, cioccolato, banche e orologi, ma anche Cern, Croce Rossa, Guardie del Papa e neutralità. Dimenticavo Guglielmo Tell e l’Emmental. Viaggiando per il mondo, soprattutto in Asia, ti accorgi quanto il sogno elvetico sia sempre potente. A Delhi chi può aspira a sposarsi sul lago di Lucerna; in un monastero buddista arroccato a tremila metri, nel remoto Bhutan, ho conosciuto un monaco che pelava un mango col coltellino svizzero, che custodiva con fierezza; a Pechino ci invidiano ingegneri capaci di fare gallerie infinite e dighe sicure; dalla Corea, chi può viene a studiare al Politecnico di Zurigo, dove Albert Einstein è stato bocciato agli esami di ammissione. Siamo una piccola nazione, dove convivono pacificamente culture molto diverse, che sa valorizzare le differenze. Me lo fece notare in Argentina un manager, quando perplesso mi chiese come mai la Svizzera potesse permettersi tante reti radiofoniche e canali televisivi di Stato per così pochi telespettatori. Un inconcepibile spreco di risorse per un uomo d’affari abituato a far salire i profitti. Un collante culturale per gli elvetici, che non viene dato per scontato.
È anche attraverso lo sguardo degli altri – molti Paesi non hanno un ‘salario’ di Stato per chi è senza lavoro o invalido – che si apprezza la socialità elvetica. C’è chi si è battuto per importanti conquiste sociali, ancorate a solidi patti di solidarietà, tra chi lavora e chi è in pensione (come la rendita Avs), tra i sani e gli ammalati (come la cassa malati). Diritti che sembravano immutabili e granitici come il Cervino. In realtà molto potrebbe cambiare.
Tutto ciò è stato costruito da una classe politica lungimirante che ha saputo mettere i bisogni del collettivo davanti a quelli del singolo, puntando alla pace sociale del Paese. Certo non senza scheletri nell’armadio, anzi, nei caveau delle banche, tra deplorevoli casi di riciclaggio, lo scandalo degli averi ebraici, il reiterato sostegno all’evasione fiscale...
Per la Svizzera attuale, una grande sfida è la demografia: si fanno meno figli e la popolazione sta invecchiando. Si spende di più per farmaci e cure ospedaliere. Così i costi del sistema sanitario sono fuori controllo e i sistemi previdenziali sono messi a dura prova. Con l’uscita dei ‘baby boomer’ dal mercato si rischia una penuria di personale qualificato. Automazione e Intelligenza artificiale possono dare una mano, ma servono teste pensanti e mani operose. Davanti alla penuria di manodopera la generazione Z (i 15-30enni) nicchia. A definirli, dicono i sociologi, non è la loro professione ma ciò che fanno nel tempo libero, dal datore di lavoro si aspettano flessibilità, orario ridotto, ferie a sufficienza.
Davanti a tali sfide, fa riflettere la scelta dell’unico comune svizzero che vanta un bambino ogni cinque abitanti. Nella bucolica località di Chaux de Milieu, tra le montagne neocastellane, ci sono troppi bambini (113 su 500 residenti) e il sindaco vuole frenare l’arrivo di nuove famiglie, perché i costi per la scolarizzazione divorano il grosso delle entrate fiscali. Diverse famiglie avevano deciso di stabilirsi qui, attirate anche dal costo abbordabile di terreni e costruzioni, deciso proprio per favorire il ripopolamento della località.
Nel giorno di festa per mamma Elvezia, ci auguriamo una classe dirigente lungimirante, come quella che ha saputo costruire un Paese solidale e accogliente, guardando oltre la contabilità quotidiana, per traghettarci attraverso tempi difficili.