laR+ IL COMMENTO

Caso Gobbi, retrocedere e chiarire

Se effettivamente le cose siano andate o meno come ha riferito il consigliere di Stato, sarà l’inchiesta penale in corso a stabilirlo

In sintesi:
  • La scelta di autosospendersi può essere ritenuta opportuna: un atto dovuto insomma
  • Un passo indietro spontaneo oppure costretto dalle circostanze?
Si spera che l’autosospensione faciliti il lavoro della Giustizia
(Ti-Press)
28 marzo 2024
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Mentre il doppiaggio dei film in italiano può essere considerato tra i migliori, spesso la traduzione dei titoli è problematica: si perde per strada l’essenza. Così, per esempio, il ‘No retreat, no surrender’, film cult di arti marziali del 1985, è diventato ‘Kickboxers - Vendetta personale’. La traduzione letterale invece, molto più significativa, sarebbe stata ‘Non retrocedere, non arrendersi’. C’è poco da fare, però: le scelte sono dettate dai criteri commerciali dei distributori e non dalle necessità di un qualche commentatore di vedersi facilitato “l’aggancio”.

Sarebbe tuttavia interessante scoprire se quel film e il suo leitmotiv (“non retrocedere, non arrendersi”) siano stati tra i prediletti e gli ispiratori della successiva carriera di quel bambino leventinese che all’epoca, probabilmente, non sognava ancora di diventare una figura di spicco della politica ticinese. Quel Norman Gobbi dell’Alta Leventina, oggi consigliere di Stato alla sua quarta legislatura a capo del Dipartimento istituzioni, finito al centro dell’attenzione per il “caso” riguardante la gestione da parte della polizia, di cui è responsabile politico, dell’incidente sull’A2 che l’ha visto tra i protagonisti nella notte tra il 13 e il 14 novembre in zona Stalvedro. Episodio ora oggetto di un’inchiesta penale coordinata dal procuratore generale Andrea Pagani, aperta nei confronti di un agente della Cantonale e contro ignoti per i presunti reati di abuso di autorità e favoreggiamento.

Fatto sta che ieri il Consiglio di Stato in una seduta straordinaria andata avanti per diverse ore ha analizzato la situazione. Prima che arrivasse alle redazioni la presa di posizione del governo è invece pervenuto un comunicato sottoscritto dallo stesso Gobbi (nei confronti del quale, va ricordato, al momento il pg non ha formulato alcuna ipotesi di reato) e diffuso dal suo rappresentante legale Renzo Galfetti. Nella nota il direttore del Di annuncia “a malincuore” la sua autosospensione temporanea dalla responsabilità politica della Polizia cantonale “sin tanto che le inchieste in corso, amministrativa e giudiziaria, non siano terminate”. Dieci minuti più tardi invece è stato il governo a comunicare di aver “accolto la richiesta” di Norman Gobbi di cedere temporaneamente la responsabilità politica della polizia, che intanto verrà ricoperta dal collega leghista Claudio Zali.

Va subito detto che la scelta di autosospendersi può essere ritenuta opportuna: un atto dovuto insomma, a tutela delle istituzioni. Si presta tuttavia a delle interpretazioni la tempistica tra un comunicato e l’altro, che lascia aperta una domanda: il “passo indietro” è stato davvero un gesto spontaneo di Gobbi oppure si è trattato, nel concreto, di un’elegante uscita – temporanea – concordata tra le parti? Un dettaglio (forse) ma piuttosto rilevante sul piano politico, che potrebbe essere percepito come un (ulteriore) segno di mancato coraggio da parte del collegio governativo.

Coraggio che invece Gobbi aveva dimostrato lo scorso 13 marzo quando, a metà pomeriggio, ha contattato la redazione de laRegione dopo aver saputo – sua premessa – “che state scrivendo qualcosa sul mio incidente”. Nella sua unica dichiarazione pubblica al riguardo, Gobbi in quella telefonata ha raccontato che “all’alcol test precursore sono risultato lievemente superiore al limite, sono quindi stato sottoposto al test probatorio, quello definitivo, da cui è risultato che ero nella norma. Il tutto si è svolto – sia ben chiaro – nel rispetto della procedura”. Se effettivamente le cose siano andate o meno come ha riferito il consigliere di Stato, sarà l’inchiesta penale in corso a stabilirlo.

Un passo indietro spontaneo oppure costretto dalle circostanze? Per una società stufa di essere succube di grandi uomini che non retrocedono e non si arrendono, di certi maschi alfa che spesso confondono gli attributi fisici con degli strumenti di potere, quel che conta è che l’autosospensione del direttore del Di possa facilitare il lavoro della Giustizia, che ora dovrà fare piena chiarezza su quanto accaduto. Anche e soprattutto nell’interesse delle istituzioni che Gobbi dirige.