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Viola Amherd, il caccia e l’aspirapolvere

Abbiamo a che fare con un Consiglio federale senza politica, che approva la lista della spesa preparata dai vertici militari.

(Keystone)
12 luglio 2021
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Viola Amherd, un po’ meno raggiante del solito, ha spiegato in tv di aver scelto il nuovo caccia bombardiere con i criteri che si usano per acquistare un aspirapolvere. Sembrava uscita dal grande magazzino con sottobraccio il nuovo elettrodomestico, scelto dopo aver calcolato il miglior rapporto prezzo-qualità.

Abbiamo a che fare con un Consiglio federale senza politica. La massima autorità istituzionale del Paese decide di spendere sei miliardi di franchi senza valutazioni politiche! Approvando la lista della spesa preparata dai vertici militari.

Secondo i commentatori la decisione non fa una grinza, perché tre anni fa, ha spiegato Amherd, “il Cf aveva deciso che avremmo scelto questo aereo sulla base del diritto degli appalti pubblici e ciò ci obbliga ad attenerci alla legge che prevede il miglior rapporto costi-benefici”. Non male come artificio per evitare di fare ciò per cui un governo viene eletto, cioè scelte politiche. Prima di ponderare le opportunità di acquisto, si definisce una gabbia contabile e giuridica che poi giustificherà l’inazione politica. Chiamiamolo sofismo.

Gli esperti ci dicono che il caccia americano è il migliore. Noi non siamo in grado di giudicare, ma dei tecnici dell’esercito elvetico c’è da fidarsi? Gente che non ha mai fatto una guerra, per fortuna, e nemmeno una battaglia. L’ultima volta che l’esercito ha sparato è stato contro i manifestanti a Ginevra nel 1932, uccidendo 13 civili inermi, per lo più passanti!

Neanche sui costi ci sono certezze. Fonti Usa, riprese dalla stampa svizzera, affermano che il prezzo è solo una stima. Inoltre, chi può veramente garantire che il caccia della Lockheed Martin sia il migliore? Basta curiosare in rete per scoprire numerose critiche. Per esempio, fonti del Dipartimento della Difesa statunitense hanno denunciato 871 carenze tecniche dell’F-35, fra cui almeno una decina considerate pericolose e che possono “causare la morte o lesioni gravi”. Per vedere svolazzare il bombardiere si spendono dai 55 ai 60 mila franchi l’ora, con costi di manutenzione, secondo un recente rapporto Usa, del 61,7% superiori al previsto.

Scegliere un velivolo statunitense significa dipendere dagli Stati Uniti. Lo ha confermato papale papale la stessa capa della Difesa: “Quando si acquista un aereo è del tutto normale che si creino delle dipendenze”. “Con gli aerei da combattimento americani, il Pentagono è sempre a bordo", ha detto un deputato socialista: “La sovranità e la sicurezza dei dati non è garantita”. E, politicamente, si sceglie di voltare le spalle ai produttori europei.

Insomma, le ombre che si proiettano sul super caccia sono molte. C’è da augurarsi che gli uomini di Amherd siano in grado di presentare un dossier di cristallina trasparenza al Parlamento, quando questo sarà chiamato ad avallare la decisione governativa. Socialisti, Verdi e Svizzera senza esercito hanno già annunciato un’iniziativa per vietare l’acquisto di jet americani. Non sarà facile, perché bisognerà ottenere anche l’approvazione della maggioranza dei Cantoni.

La politica di sicurezza della Svizzera necessita di 36 caccia? Perché così tanti, perché così cari? Il 49,9% dei votanti in autunno ha detto no ai 6 miliardi. Negli ultimi 50 anni a cosa sono serviti i caccia che volavano solo nelle ore d’ufficio? A niente, sarebbero bastati i nostri Pilatus. Oggi, con 6 miliardi, se ne possono acquistare 600: Swiss made!