Se serve al Governo potrebbe anche servire a chi svolge un qualsiasi altro lavoro ed entra in contatto con altri colleghi di lavoro
Mercoledì il Governo ha convocato i giornalisti nella sala stampa di Palazzo delle Orsoline per aggiornare la popolazione sull’argomento del coronavirus in Ticino.
Ad attirare da subito l’attenzione è stato un dettaglio del messaggio di convocazione. Precisamente la richiesta di un’autocertificazione (termine scritto in neretto) accompagnata dalla seguente giustificazione: ‘ai rappresentanti dei media, che parteciperanno alla conferenza stampa a Palazzo delle Orsoline, verrà chiesto di autocertificare che dopo il 10 febbraio 2020 non si sono recati nelle cosiddette ‘Zone rosse’ di contagio situate nel nord dell'Italia o in loro prossimità e che non sono nemmeno entrati in contatto con persone di ritorno da queste zone. L’autocertificazione verrà richiesta direttamente all’entrata della sala stampa’.
Bene mi son detto, segno che in conferenza stampa verranno finalmente comunicate misure molto concrete preventive per cercare di arginare il più possibile il virus. E effettivamente le misure – che però potevano benissimo essere decise con almeno un giorno di anticipo – sono arrivate. Ci riferiamo allo stop imposto ai carnevali e alle porte chiuse per le partite di disco su ghiaccio sino a domenica.
E l’autocertificazione? Di quella no, non se ne è parlato. Valeva solo per il governo e i giornalisti che si sono incontrati alla conferenza stampa. Messa così suona male: a prima vista sembrerebbe che esecutivo, medico cantonale e funzionari presenti alle comunicazioni stampa si vogliano tutelare da possibili esposizioni al contagio. In realtà, si è voluto evitare che qualche kamikaze mass mediatico proveniente direttamente da uno degli epicentri italiani volasse a Bellinzona. Fatto successo proprio il giorno prima!
Però, l’idea ci è parsa interessante: perché quindi non usarla rivolgendo un esplicito analogo invito all’autocertificazione a chiunque rientri al lavoro dopo le vacanze di carnevale precisando – usiamo le stesse parole del comunicato governativo – che dopo il 10 febbraio 2020 il collaboratore che si reca al lavoro non ha soggiornato nelle cosiddette ‘Zone rosse’ di contagio situate nel nord dell'Italia, o in loro prossimità, e non è nemmeno entrato in contatto con persone di ritorno da queste zone. L’autocertificazione verrà richiesta direttamente al collaboratore al rientro sul posto di lavoro’.
Se serve al Governo nei contatti ravvicinati con la nostra categoria, per il medesimo motivo potrebbe servire anche a chi svolge un qualsiasi altro lavoro e entra in contatto con altri colleghi.