Chi ha le maggiori possibilità fra Lombardi, Merlini, Chiesa e Carobbio?
Alziamo lo sguardo sul ballottaggio per le due poltrone agli Stati. Cosa ci dicono i dati della domenica elettorale (e relativo terremoto verde)? Ci dicono che c’è aria di cambiamento (e di bufera) e che, ora come ora, potrebbero avere buone possibilità di venire eletti alla Camera alta Filippo Lombardi (in carrozza ‘hcapppd’) e Marina Carobbio (a propulsione rosso-verde). Vediamo perché.
Intanto, in termini generali, guardando ai quattro contendenti (Lombardi Ppd, Merlini Plr, Chiesa Udc e Carobbio Ps) spicca immediatamente un dato di fatto: che nell’area cosiddetta progressista, in corsa c’è una sola vessillifera, la Marina nazionale, mentre l’area borghese risulta particolarmente affollata, con Lombardi, Chiesa e Merlini. Quindi, bene o male, i voti finiranno per doverseli spartire fra loro. A questa constatazione se ne aggiunge poi una seconda: l’area di centro-sinistra, grazie alle preoccupazioni ambientaliste, in questa stagione politica ha il vento in favore, per contro il fronte borghese tradizionale (con l’eccezione della locomotiva Lombardi) si è risvegliato disorientato.
Ma vediamo nel dettaglio. L’area rosso-verde presenta Marina Carobbio che può cumulare diversi atout: è l’unica donna che si presenta al ballottaggio (e sappiamo che il rosa conta sempre di più); beneficia di una visibilità datale da mesi di presidenza del Consiglio nazionale nei panni di prima cittadina elvetica; e può contare su un’area social-ecologista unita (e non più solo rossa). Un aspetto politico-cromatico che la distingue da chi anni fa era sceso in campo come lei per gli Stati. Pensiamo ad esempio a Pietro Martinelli o a Franco Cavalli, che miravano piuttosto a marcar presenza e a cadere onorevolmente in battaglia. La concorrente attuale, no. Questa volta Marina Carobbio mira a vincere.
Il potenziale sviluppatosi a sinistra è poi rafforzato dalla crisi della destra e del centro-destra, ad eccezione lo ripetiamo, della macchina elettorale Lombardi, alla sua sesta elezione (al Ppd non resta che clonarlo, magari in versione Hcl!). Battute a parte, Lega e Plrt non sono particolarmente in forma.
La Lega, non ancora risollevatasi dalla batosta alle Cantonali, ecco che domenica ha dovuto ancora masticare amaro, lasciando sul campo la vicesindaco di Chiasso (parlamentare uscente!) e sprecando totalmente l’occasione agli Stati con Battista Ghiggia, rimasto fermo ai box. Il movimento di Via Monte Boglia non è abituato a perdere, si è scoperto troppo monotematico (ma va? che ringrazi Lorenzo Quadri e il suo monocorde ‘Mattino’), in perdita di credibilità (grazie Battista!), con troppi colonnelli e senza un conducator capace come solo lui (il Nano) sapeva fare, di rivoltare la frittata, identificare nuovi obiettivi, spronare le truppe e ripartire. In un simile contesto, pensate che i leghisti vogliano ora sostenere Marco Chiesa, con il rischio di vederselo eleggere a Berna e ritrovarselo un domani candidato al Consiglio di Stato a fare le scarpe a uno dei due leghisti? Anche no!
Altro fronte in crisi, il Plrt con un’alleanza (di centro, ma storicamente contronatura) stretta col Ppd che ha funzionato a senso unico (Ppd ha ora due eletti al Nazionale, ma Merlini non è decollato), con una base liberale che in parte non ha votato la scheda di partito, perché (scriviamolo) non sopporta di ‘sporcarla’ con voti Ppd (i trascorsi hanno un peso!), e alle prese con una rapida svolta verde, che pure lei non è stata forse del tutto creduta/digerita.
Ecco perché, accanto a Lombardi, Marina Carobbio non corre solo per la bandiera.