A Campione d'Italia, quello che era il paese più ricco della penisola, oggi le famiglie fanno la fila al banco alimentare per un pacco di caffè.
Nel paese che era il più ricco d’Italia, oggi le famiglie fanno la fila al banco alimentare per un pacco di caffè, pasta, frutta, verdura e qualche uova. Dalle stelle alle stalle e il peggio deve ancora venire.
La pessima gestione, di chi ha amministrato il Comune negli anni, sta avendo conseguenze devastanti su molte famiglie. C’è chi finirà presto in strada. Una giovane vedova e sua figlia 13enne sono state sfrattate perché non pagavano l’affitto. Dovranno lasciare la loro abitazione a fine giugno per decisione del Tribunale civile di Como. Il futuro di altre dodici famiglie passerà davanti agli stessi giudici. L’intera economia di Campione si fondava sul Casinò. Il fallimento della casa da gioco, lo scorso luglio, ha trascinato nel baratro tutto ciò che stava attorno. Quasi seicento persone (482 al casinò e 102 in comune) che avevano uno stipendio si sono viste crollare il mondo addosso.
Che cosa è cambiato in 11 mesi? Siamo andati a Campione d’Italia per raccontarvelo (alle pagine 2 e 3). Pochi hanno voglia di parlare. La rabbia sembra aver lasciato il posto alla rassegnazione in un clima quasi surreale. Si vive sospesi nell’attesa del miracolo: la riapertura della casa da gioco. Si aspetta un cenno da Roma. Si aspetta. Si aspetta.
Intanto, i dipendenti comunali sono senza stipendio da 16 mesi. C’era un asilo e non c’è più. C’era un ente turistico ed è stato chiuso. C’era la posta, ma i postini sono a casa. Ai pensionati è stato tolto l’assegno integrativo del Comune, che arrotondava la magra pensione (per alcuni era di poche centinaia di euro). I residenti a Campione licenziati dal Casinò si ritrovano con una disoccupazione italiana di mille euro. Per chi vive nell’enclave e non è proprietario, basta a malapena per pagare l’affitto.
Questo dramma collettivo ha ispirato moti di solidarietà dal Ticino. Comuni, privati, Chiese hanno reagito e aiutato nell’emergenza. Tavolino Magico porta più volte al mese cibo per il banco alimentare creato da un gruppo di campionesi. C’è chi mettendosi una mano sul cuore ha trasformato il contratto d’affitto in comodato d’uso gratuito. E chi invece ha sfrattato i propri inquilini. Fra un mese scade la moratoria decisa dalla Banca popolare di Sondrio di sospendere il mutuo casa e non si sa che cosa farà la Bps. La solidarietà non può essere infinita. Ammontano a quattro milioni i debiti verso il Ticino per servizi non pagati (raccolta e smaltimento dei rifiuti, depurazione acque, servizi di trasporto, tasse scolastiche). Fra i creditori principali, la Città di Lugano, che – ci dice il suo sindaco – sta esaurendo la pazienza e ora vorrebbe incassare il dovuto. Lugano che sembra comunque aver guadagnato un bel numero di giocatori d’azzardo, che erano clienti a Campione.
A fine mese dovrebbe arrivare una boccata d’ossigeno con l’emendamento ‘salva Campione’ di 5 milioni, che sarà deciso a giorni. Una parte andrà ai dipendenti comunali, un’altra sarà usata per pagare i debiti. Una goccia in un oceano di bisogni, che non cambierà la vita a nessuno.
‘Solo il Casinò ci può salvare’, si ripete come un mantra nell’enclave sul Ceresio. Quel ‘mostro’ preventivato 80 milioni e pagato 190, che ha fatto accumulare debiti su debiti, sembra l’unica via d’uscita. Un azzardo davvero pericoloso puntare tutto su una casa da gioco. Eppure a Campione si continua ad aspettare il miracolo.