Il voto conferma una buona fiducia nei politici (Christian Vitta e Mario Branda), ma ora serve vigilare!
Alea iacta est. Il futuro delle Officine sarà dunque a Castione. Ogni alternativa, alla quale hanno creduto fino all’ultimo i promotori della storica iniziativa ‘Giù le mani dalle Officine’ è stata spazzata via con parecchia decisione – persino a Bellinzona! – dal voto di ieri. Un voto che non ha più mobilitato alle urne così tanti difensori pronti al ‘tutto per tutto’, come avvenne invece con gli scioperi e le manifestazioni che animarono/mobilitarono Bellinzona una decina di anni fa.
Come mai? Ciò non è più avvenuto, perché si è saputo dare già da subito – con la dichiarazione d’intenti siglata nel dicembre 2017 fra Cantone, Città e Ferrovie – interessanti garanzie sul futuro alle Officine (e non solo). E questo puntando sulle possibilità di lavoro vero, quello che guarda avanti.
L’elettorato ha quindi saggiamente deciso che è meglio assaggiare l’uovo oggi che attendere la gallina (forse) domani. E l’uovo promesso è (sarà) di quelli importanti, perché mira a costruire dal 2026 un nuovo stabilimento industriale Ffs a Castione per la manutenzione del materiale rotabile, investendo 360 milioni di franchi e salvaguardando dai 200 ai 230 posti di lavoro. Parallelamente ci si è impegnati a recuperare l’attuale area occupata dalle Officine Ffs (dietro la stazione della capitale) e a dar vita ad uno sviluppo di qualità, valorizzando gli spazi pubblici e promuovendo un polo tecnologico all’avanguardia.
Un progettone molto ‘plastico’ che mira a mantenere nel Bellinzonese posti di lavoro qualificati e aggiornati ai tempi e, altro aspetto, a valorizzare l’attuale sedime delle Officine. Più concreti di così… Ecco quindi l’uovo, anzi l’uovo di struzzo che era possibile avere già subito fra le mani. Mentre l’iniziativa, alla quale va dato atto che è stata necessaria per tenere Ferrovie e autorità politiche per anni sotto pressione, se accettata, avrebbe introdotto elementi di forte incertezza, sia sul come realizzarla (attraverso lunghe espropriazioni? creando improbabili strutture societarie con capitali pubblici?), rispetto all’imminente avvio del progetto Ffs di Castione. Insomma, una partita con troppe incertezze e lungaggini che i cittadini non hanno voluto giocare.
L’esito del voto di ieri conferma anche una buona fiducia dell’elettorato nei politici cantonali (con in testa Christian Vitta, che si è anche impegnato non poco sul fronte della riforma fiscale) e della nuova Bellinzona. Capitale che ha un sindaco socialista, per il quale non deve esser stato facile schierarsi e schierare i suoi colleghi/compagni di partito contro l’iniziativa. Ma la sua apprezzata serietà e la sua convinzione nella bontà del progetto (per il futuro dei lavoratori delle Officine e per lo sviluppo economico della capitale) sono stati di sicuro determinanti nella scelta popolare.
E ora? Ora bisognerà vigilare affinché le promesse si trasformino veramente in progetti concreti e validi in ambiti tanto diversi fra loro. Da disegnare – pensando alle future Officine (con il delicato lavoro di riqualifica del personale) e al pregiatissimo grosso comparto che si libererà – c’è molto. C’è un laboratorio a cielo aperto da riordinare che sicuramente attirerà molti appetiti.
Speriamo che siano indirizzati il più possibile a scopi di interesse pubblico, fra i quali ci sono: il lavoro (quello pregiato), l’abitazione (quella di qualità), lo svago e il tempo libero in una città col verde che si riduce a vista d’occhio. Insomma, conquistata un’importante tappa si riparte.