Il dibattito

Superare gli steccati (fra Plr e Ps)

Per una politica aperta e lungimirante, occorre concentrare le forze progressiste all'interno dei vari partiti

(Flickr)
22 marzo 2019
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Mi intrometto nello scambio di opinioni tra Laura Sadis e Gabriele Gendotti in relazione alle recenti dichiarazioni della prima, che auspicava che il Ps potesse riconfermare il seggio in Consiglio di Stato. Dico subito che a differenza di quanto esternato dal secondo nella sua intervista del 16 marzo su questo giornale, ho trovato coraggiosa e autorevole la presa di posizione di Sadis e unilaterale e scontata quella di Gendotti.

Premetto che stimo entrambi, ma da ex-Consiglieri di Stato in pensione, che in questo loro precedente ruolo dovrebbero aver sviluppato una visione del bene comune e della politica che va oltre gli steccati dei singoli partiti, mi aspetto innanzitutto e in generale un coinvolgimento il più possibile defilato dal punto di vista politico/ partitico e, in caso di prese di posizione su temi di attualità, appunto un contributo che vada oltre meri interessi partitici e di parte. E ciò, a mio parere, indipendentemente da fatto che tali interessi possano essere, e lo capisco, personalmente e intimamente agognati, nel caso concreto penso al fatto che il mantenimento del seggio del Ps potrebbe penalizzare il Plr nel suo dichiarato obiettivo di riagguantare il secondo seggio in Consiglio di Stato, perso otto anni fa e che di fatto ha sancito la fine dell’egemonia che l’ex partito di maggioranza ha avuto nella politica cantonale sin dall’inizio del secolo scorso.

Tralasciando gli interessi del Plr, il discorso di Sadis non fa a mio modo di vedere una grinza e mi sembra incontrovertibile. Se il Ps dovesse perdere il seggio nell’esecutivo, la bilancia già ora chiaramente orientata verso il centro destra (e la recente e palesemente strumentale riconversione “verde” del Plr svizzero in vista delle elezioni non cambia nulla in tal senso) si sposterebbe ancora di più in quella direzione, indipendentemente dal fatto che tale seggio vada ad appannaggio del Plr o della Lega/Udc (ipotesi da non escludere). E dirlo in modo chiaro non mi sembra oltraggioso, ma va interpretata come una presa di posizione coraggiosa e responsabile che antepone a semplici criteri di appartenenza politica l’interesse comune e la presenza nell’esecutivo di uno spettro politico che rappresenti gli interessi di tutte le fasce e le sensibilità della popolazione.

Concordo invece con Gendotti quando sostiene che il Ps può solo piangere sé stesso per la sua difficoltà nel capire il contesto reale e adeguarsi alle nuove esigenze di un mondo che non è più quello di cinquant’anni fa, con la contrapposizione ormai desueta tra datori di lavoro ed economia nel ruolo di “sfruttatori” e lavoratori e dipendenti in quello di “sfruttati”.Politica che può portare avanti, e lo fa bene nel suo piccolo, un partito come l’Mps che rappresenta l’1-2% degli elettori, ma che non può permettersi di perseguire unpartito che siede in governo e che dovrebbe rappresentare la vera alternativa all’attuale maggioranza. Si ha l’impressione che il Ps continui imperterrito una politica di vecchio stampo, con una comprensione limitata del contesto economico e sociale e con conseguenti prese di posizione difficilmente realizzabili, spesso ideologiche e conservatrici.

Condivido in questo contesto pure il distinguo di Gendotti tra politica progressista e politica conservatrice, che però non va individuata solo nel Ps ma in generale in tutti i partiti, che annoverano nei propri ranghi(come è normale che sia) rappresentanti che agiscono, o meglio reagiscono, con strategie difensive a corto termine e di chiusura, e altri più illuminati che si prefiggono obiettivi a medio e lungo termine e di apertura (e quindi di progresso e di avanzamento) in un contesto in continuo cambiamento con il quale dobbiamo volenti o nolenti convivere. Un discorso a parte va fatto per la Lega dei Ticinesi e l’Udc che portano avanti, con poche eccezioni, una politica populista incentrata sullo sfruttamento delle paure dei cittadini e la difesa, a prescindere, degli interessi primordiali degli autoctoni erigendo muri e steccati. Questi sono gli avversari, come penso intenda dire Gendotti, da combattere o meglio da emarginare, concentrando le energie e le iniziative delle forze veramente progressiste all’interno dei vari partiti e della società, donne e uomini che insieme possano portare avanti una politica aperta e lungimirante concentrandosi sui veri problemi e obiettivi (e non su Argo1 e sui rimborsi spese dei Consiglieri di Stato), permettendo al nostro cantone di progredire. Come diceva il compianto cantautore Pierangelo Bertoli “con un piede nel passato ma lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.