Ticino

Gendotti: ‘No Sadis, non risolviamo noi i problemi del Ps’

L'ex ‘ministro’ Plr risponde alla sua compagna di partito (e di area radicale): “Siamo a poco dal raddoppio, assurdo aiutare i socialisti”

16 marzo 2019
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«Sono incredulo e deluso. E con me, lo sono molti amici liberali radicali». È un Gabriele Gendotti amareggiato, quello che replica alle dichiarazioni della sua compagna di partito, ed ex collega in Consiglio di Stato, Laura Sadis (vedi edizione del 14 marzo) con le quali ha di fatto perorato «di mettere una crocetta sulla lista socialista».

Insomma, è saltato sulla sedia leggendo questo ‘auspicio’.

Non esageriamo. Sarò schietto: è difficile condividere l’invito a votare scheda socialista, ed è una cosa che a molte persone nel partito ha fatto male. Perché stimiamo molto Laura, l’abbiamo sempre sostenuta e abbiamo combattuto assieme molte battaglie. Da quelle parole ci sentiamo in qualche modo un po’ traditi. Giovedì sera ero al comizio di Biasca, e molti, amici di sempre, non hanno capito.

A cosa è dovuta tanta delusione?

Un conto è auspicare che il Ps mantenga il seggio, un altro è chiedere, soprattutto se teniamo conto che il nostro è un sistema proporzionale, che venga confermato un posto in governo penalizzando il proprio partito cui manca poco per ottenere un secondo seggio.

Sadis ha motivato il suo pensiero affermando che il Ps in governo “è necessario per una sintesi equilibrata” del Paese. Non trova sia così?

Posso condividere. Ma se la vedo in pericolo quella sintesi, è solo per colpa loro. Se il Ps ha dei problemi, è totalmente assurdo che debba essere il Plr a doverglieli risolvere. I socialisti si trovano in questa situazione perché negli ultimi anni hanno proposto una politica orientata al passato, con posizioni qualche volta dogmatiche, vecchie, senza capacità di comprendere e reagire ai cambiamenti nella società. Se oggi c’è un partito che tende a conservare ad oltranza un passato che non c’è più, è proprio il Ps.

Eppure per esponenti dell’ala radicale del Plr come Diego Scacchi e la stessa Sadis la socialdemocrazia in governo è importante.

Un momento. Scacchi è libero di dire quello che crede, perché ha dichiarato da più anni di non essere più membro del Plr. Laura Sadis, invece, mi risulta che sia ancora liberale radicale e secondo me è azzardato, per usare un eufemismo, che si pretenda di salvare il seggio di qualcun altro a scapito del proprio partito. E le dico di più.

Prego.

Ogni tanto si dimentica che la ‘r’ di radicali è la stessa ‘r’ che figura nella sigla Plr. Ed è qui la differenza, se vogliamo semplice, tra essere radicali ed essere socialisti. E da qui nasce la delusione, perché Sadis – che beninteso continuo a stimare – era, è una rappresentante di questa ala progressista del Partito liberale radicale. Le persone nei partiti per fortuna cambiano, ma le idee, i valori e il metodo restano.

La presenza di un radicale nella vostra lista avrebbe fermato sul nascere queste uscite?

Capisco che adesso qualcuno tenterà di ricostruire ad arte un nuovo, e inutile, scontro fra liberali e radicali. Scordando, però, che sia Plr sia Ps hanno fatto poco e dimostrato scarso coraggio nell’affrontare con un approccio diverso i veri problemi della politica cantonale. Ci si è dimenticati chi sono gli avversari, e quali sono gli avversari di una società aperta, i comportamenti politici da combattere per correggere quel modo di gestire lo Stato e gli interessi dei cittadini che sono la negazione del metodo liberale.

D’accordo ma l’obiettivo, sebbene non dichiarato, era il raddoppio. Si aspettava un Plr più propositivo?

Io non credo che il raddoppio sia l’unico obiettivo, anche perché la matematica non ci gioca a favore. Se lo si raggiunge tanto meglio, ma l’obiettivo concreto è di migliorarci. E sì, sicuramente il partito dovrebbe essere più propositivo. Noi, come il Ps, veniamo da troppi anni dove ci siamo adeguati a parlare solo di frontalieri o “primanostrismo”, perdendo di vista i veri problemi da risolvere. In campagna elettorale bisogna avere delle visioni che sappiano conquistare la fiducia delle cittadine e dei cittadini. Lo stiamo facendo, in parte. Sento candidati della lista Plr che hanno proposte interessanti e costruttive.

L’area progressista conta circa un quarto dei ticinesi, considerando tutti i movimenti. Non crede che l’assenza di rappresentanza per questa fetta della popolazione possa essere nociva?

Semmai sono preoccupato per la difesa di principi fondamentali a tutela della giustizia, dell’equità, della solidarietà e della difesa dei più deboli. Principi che hanno sempre accomunato radicali e socialisti. Per il resto bisogna chiarirci su cosa si intende per politica progressista. Siamo sicuri che il Partito socialista lo incarni ancora come in passato? La politica orientata al progresso, mi dispiace, per me è un’altra cosa.