Proposte di emendamento importanti. In particolare quelle riguardanti la custodia di polizia, il punto dolente di questa revisione legislativa
Non fa una grinza la replica, ieri in Gran Consiglio, di Michela Delcò Petralli al deputato liberale radicale Giorgio Galusero, già ufficiale della Cantonale, preoccupato per la scarsa considerazione che alcuni politici avrebbero delle forze dell’ordine. Questa riforma della legge sulla polizia è molto importante perché tocca i diritti fondamentali e il garantismo nelle legislazioni penali dei Paesi democratici c’è per evitare abusi da parte dello Stato, ha detto in sostanza la parlamentare dei Verdi, giurista di formazione, avvocato di professione. E allora quando è in ballo una riforma di tale portata è alquanto opportuno approfondire ogni proposta di emendamento, anche se avanzata ‘in zona Cesarini’. Nella fattispecie i correttivi suggeriti – vedi articolo accanto – sono di peso. Soprattutto quelli riferiti allo strumento della custodia di polizia, che secondo noi è l’unico punto dolente della revisione legislativa sfornata dal Consiglio di Stato e poi fatta propria dalla maggioranza della commissione parlamentare. Come concepita ora, la ‘custodia di polizia’ è un gran pastrocchio giuridico, ad esempio per ciò che riguarda i rimedi di diritto (capitolo ricorsi). E comunque non capiamo quale sia la reale necessità di una forma di privazione della libertà personale al di fuori delle misure già contemplate dal Codice di procedura penale e per giunta in un cantone dove sul fronte dell’ordine pubblico non esiste una situazione che giustifichi l’introduzione di un simile strumento, gestito esclusivamente dalla polizia. Con gli emendamenti prospettati, il dossier torna in commissione. Vedremo.
Nel frattempo, a proposito di sicurezza, vorremmo sapere che fine ha fatto la richiesta del pg Pagani di un procuratore pubblico straordinario per poter evadere inchieste datate su reati finanziari.