Per la magistratura inquirente la deputata Lisa Bosia Mirra è colpevole. Dalla promozione dell’accusa dello scorso settembre si è passati al decreto d’accusa, quindi a una proposta di condanna penale per aver ripetutamente incitato all’entrata, alla partenza e al soggiorno illegale in violazione della legge federale sugli stranieri. Come noto lo scorso settembre venne fermata dalle Guardie di confine per aver collaborato attivamente all’entrata illegale di cittadini stranieri sprovvisti dei necessari documenti di legittimazione nel nostro Paese. Già in quell’occasione l’opinione pubblica e la politica si divisero in due parti.
Da un lato coloro che invocavano la ‘dura lex sed lex’, perché così è e così dev’essere, a maggior ragione se a commettere una violazione di legge è una persona che siede in un parlamento. Un deputato chiamato a fare le leggi – leggi che i cittadini devono rispettare – deve essere lui il primo a rispettarle. Tanto più che ogni deputato al suo ingresso in parlamento giura fedeltà alla Costituzione.
Sul fronte opposto vi sono coloro che invocano la preminenza – sulle strette questioni legali formali – delle cosiddette motivazioni umanitarie: per costoro in certi momenti sono dati dei principi umanitari che devono avere manifestamente la precedenza sulle nude e crude regole di diritto. E se questo non è un caso – visto che vi sono persone anche minorenni che rischiano la vita sfuggendo dai loro Paesi –, quando lo sarà mai?
Sarà fra questi due poli che si articolerà il processo in Pretura penale. Sarà anche interessante capire se Bosia Mirra, nelle sue ripetute violazioni della legge, ha permesso davvero a persone di salvarsi da situazioni di reale pericolo effettivamente gravi. Se non le avesse aiutate lei, cosa sarebbe successo loro, ritenuto che erano in Italia, Paese considerato civile? Sarà anche importante sapere se si trattava o meno di minorenni. Così come se quei migranti avrebbero comunque avuto – seguendo le vie ufficiali – la possibilità di accedere ufficialmente ai benefici previsti dal nostro diritto all’asilo.
Non secondaria sarà anche la valutazione del clima del momento. A Bosia Mirra va dato atto che è stata una delle persone maggiormente impegnate in prima fila su tanti fronti umanitari come quello concretizzatosi nel corso dell’estate del 2016, periodo che ha sbattuto impietosamente sotto gli occhi di tutti noi l’emergenza migranti che si stava man mano manifestando sempre più a Como. Come rimanerne indifferenti? Aspetti questi ultimi che possono influire anche dal punto di vista delle attenuanti. Diversa è infatti la pena per chi viola la legge federale sugli stranieri, perché spinto da ragioni di lucro come non pochi passatori.
Non da ultimo sarà interessante vedere se e quanto il fatto che la signora Mirra è anche deputata peserà in aula. Perché, come detto, deve conoscere più e meglio dei comuni cittadini l’importanza del rispetto della legge.
Di certo, se verrà condannata, vi saranno anche importanti risvolti in parlamento, anche se è ancora tutto da chiarire quando una condanna è veramente contraria alla dignità della carica. Ma per quello c’è tempo, molto tempo (e per ora è ancora al beneficio della presunzione di innocenza). Perché è chiaro che la signora Bosia Mirra farà di tutto per andare sino alla massima Corte giudiziaria svizzera e, se necessario, anche a Strasburgo. Insomma, ne parleremo ancora a lungo: il dibattito della corda tesa fra diritto e morale merita!