L’inopinata e criminale aggressione di uno stato sovrano da parte di un autocrate megalomane e psicopatico ha scatenato in tutta Europa (e non solo) un’isteria collettiva mirante a concedere finanziamenti supplementari, nell’ordine di centinaia di migliaia di euro, agli eserciti di quasi tutti i paesi (Svizzera compresa). Senza batter ciglio governi e parlamenti votano questi finanziamenti quasi senza colpo ferire (e senza, a volte, nemmeno sapere da che “pozzo” attingere il denaro necessario). Secondo le ultime cifre disponibili, la spesa mondiale per l’armamento ammontava nel 2023 a circa 2’300 miliardi di dollari, e ciò contribuisce all’euforia regnante in seno all’industria bellica che realizza profitti enormi grazie alla miriade di conflitti ad alta e bassa densità che affligge oggigiorno quasi tutti i continenti. Va da sé che questa montagna di denaro potrebbe essere destinata a scopi ben più nobili e intelligenti ma, si sa, l’Uomo non trae quasi mai insegnamenti dagli errori della storia che, soprattutto durante il secolo breve, hanno condotto il Mondo sull'orlo del baratro. Il poderoso riarmo delle principali potenze imperialiste alla vigilia della Grande guerra e a partire dagli anni 30 ha contribuito a tutto ciò.
Vi è chi sostiene che, grazie a un esercito fortemente armato, è possibile far fronte alle presunte o reali minacce provenienti da dittatori folli o da azioni terroristiche (scatenate in parte anche dalle dissennate “imprese” di alcune “potenze” nei paesi da cui questi delinquenti provengono) ma, la Storia insegna, il continuo rimpinguamento degli arsenali ha quasi sempre portato a immani tragedie. C’è da sperare che questa follia si esaurisca presto grazie al buon senso (?) delle classi politiche, anche se, a ben vedere, i dubbi permangono.