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Da che pulpito On. Gobbi

31 ottobre 2024
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Sulla Regione di sabato 26 ottobre leggo una sua risposta a un editoriale di Andrea Manna. Il tema erano i rapporti tra esecutivo e legislativo e, nello specifico, il dimezzamento dei suoi poteri di Consigliere di Stato. Non mi soffermo a commentare il pleonastico collegamento, che lei descrive, con la sua dieta riuscita.

Quello che mi ha fatto sussultare e in parte indignare è la parte finale del suo intervento, dove si descrive come la persona che, tenendo in mano un ramoscello di ulivo, tenta in tutti i modi di mettere fine a quella che lei definisce una vera e propria guerriglia.

Se non vado errato, lei è il coordinatore o meglio il leader maximo della Lega dei Ticinesi, un movimento che ha fatto dell’insulto, del dileggio, della guerriglia il proprio Leitmotiv.

Le ricordo che ogni domenica, dalla testata (se così si può definire) del suo giornale chi non la pensa come il suo partito viene insultato bellamente.

Questo va avanti da decenni, questo ha ferito e ferisce tuttora tanti cittadini ticinesi e non, che, in qualche maniera, credono ancora nelle istituzioni democratiche.

Del suo scritto concordo unicamente su di un punto: “La gente è sconcertata”, ma non per i presunti attacchi del Gran Consiglio al Consiglio di Stato ma per il fatto che, da qualche anno a questa parte, sia il Gran Consiglio, ma soprattutto il Consiglio di Stato, non riescono a trovare un minimo comun denominatore per cercare di risolvere i problemi che i cittadini di questo cantone si ritrovano ad affrontare giornalmente.

La visione unica risparmista ha accecato completamente la classe politica cancellando completamente una visione politica che metta al centro il benessere di tutta la società. Andando avanti di questo passo la guerriglia potrebbe, purtroppo, anche uscire dal Palazzo delle Orsoline.