Dopo aver martoriato e affamato i due milioni di abitanti di Gaza e oppresso altri milioni di Palestinesi della Cisgiordania, in quattro e quattr’otto Israele ha decapitato Hezbollah e inferto colpi durissimi a questa organizzazione politica-paramilitare libanese. Probabilmente gli scontri continueranno a lungo.
Da questo posso però trarre alcune considerazioni:
1) Eliminando anche fisicamente chi resiste contro un’ingiustizia non si cancella l’ingiustizia stessa. Nel tempo sorgeranno nuovi dirigenti e nuovi militanti che combatteranno contro l’occupazione della Palestina da parte dei sionisti. In particolare i Palestinesi aspireranno in eterno di ritornare nella loro Palestina e sempre si attiveranno per questo. Ciò significa che Israele (e singolarmente i suoi cittadini) non avrà mai pace e dovrà giocoforza basare la sua esistenza, e il possesso di quanto rubato, sulla repressione di ogni resistenza e sul sostegno dei suoi alleati. Avremo un Medio Oriente senza pace, con sofferenze infinite per le popolazioni, con scombussolamenti geostrategici e con il pericolo di un conflitto generalizzato.
2) Israele dimostra che sul nostro pianeta vale ancora la legge del più forte. L’homo sapiens deve inchinarsi davanti all’homo militaris pena essere ucciso. Malgrado tutti i progressi scientifici e filosofici siamo ancora alle barbarie. In un’epoca dove i cambiamenti climatici, l’inquinamento, la sovrappopolazione ecc. mettono a rischio l’esistenza dell’umanità c’è ancora chi lavora per distruggere anziché costruire.
3) Considerato che oggi l’agire di Israele è determinato da una sola persona a fini personali devo purtroppo constatare che sul nostro pianeta esistono ancora dittatori sanguinari, e nel contempo manca la volontà a livello internazionale di fermarli, o meglio, che fa comodo fermarne taluni e sostenerne altri. Male.