Premetto che della triste faccenda conosco solo i particolari riportati dai vari media e che non conosco il sig. Roberto Caruso, comunque una piccola riflessione sull’impressione che i giovani, che continuiamo a spronare a interessarsi alla cosa pubblica, si potranno fare della politica e delle Istituzioni si deve necessariamente fare.
Il licenziamento arbitrario del docente della Spai Roberto Caruso da parte del Decs, nonostante la sentenza del Tram abbia stabilito che la procedura non è conforme alla legge, solleva profonde preoccupazioni nell’opinione pubblica ticinese. Questa decisione appare in contraddizione con i principi di legalità e giustizia che dovrebbero guidare l’azione di un ente pubblico.
Se un tribunale ha stabilito che un provvedimento è illegittimo, è inaccettabile che un’autorità superiore lo confermi, creando un precedente pericoloso e minando la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
La domanda che sorge spontanea è: se il Decs può disattendere le sentenze dei Tribunali, che garanzie hanno i cittadini dei propri diritti? Questa vicenda getta un’ombra sulla trasparenza e sull’imparzialità dell’Amministrazione cantonale.
Le conseguenze di questo caso si ripercuotono sull’intera comunità, ma in modo particolare sui giovani. Se i ragazzi vedono che le Istituzioni possono agire in modo arbitrario, come possono continuare a credere nella politica e nelle sue promesse? Come possono essere incoraggiati a partecipare alla vita pubblica e a rispettare le regole se queste non vengono rispettate da chi dovrebbe darne l’esempio?
È fondamentale che il Consiglio di Stato riveda la sua decisione e che venga fatta piena luce su questa vicenda. La credibilità delle Istituzioni è un bene prezioso che non può essere messo a repentaglio per interessi di parte.