Spesso potrebbe essere importante mettere certi puntini sulle “i”, se li avessimo dimenticati, ma è anche altrettanto importante mettere anche e soprattutto le “virgole” nel posto giusto, ove meritano di essere collocate! È questa una significativa e ottima metafora che, ironicamente, facendo riferimento ad un corretto uso dell’ortografia, per correggerne qualche imprecisione, in realtà sottintenderebbe un qualcosa d’altro che, a livello relazionale, vorremmo poter precisare per porre fine ad un qualche fraintendimento che fosse apparso evidente, magari in un contesto dialettico e colloquiale in cui una puntualizzazione si rendesse necessaria!
A questo proposito, mi torna in mente quel “famoso” responso dato dalla Sibilla ad un soldato andato a consultare l’oracolo sull’esito della propria missione. “Ibis et redibis, non morieris in bello”! Fortunatamente, in quel caso, la virgola fu determinante: e quindi: “Andrai e tornerai, non morirai in guerra”. Il tutto si risolse bene e fu grazie a quella virgola, posta al posto giusto, che il responso risultò incoraggiante!
Spesso può succedere che nella foga di un dibattito, che spesso degenera oltre i limiti della correttezza, si venga fraintesi o che, comunque, non siano state usate le parole giuste per farsi intendere dall’interlocutore o se si trattasse di un dibattito molto acceso anche… emotivamente! Pure nella nostra realtà potrebbe capitare di equivocare sulla posizione di una semplice ed umile virgola per assolvere o penalizzare un chiunque. In prossimità del rinnovo del Parlamento europeo potremmo affidarci ad un responso del tipo: “Giorgia vincerà, non perderà l’elezione”. Oppure, l’esatto contrario: “Giorgia vincerà non, perderà l’elezione”! Uno strapotere decisionale per una piccola ed umile virgola!