L’approvazione popolare della tredicesima Avs (che entrerà in vigore non prima del 2026) pare metta in pericolo le finanze federali. Si prospettano, per poterla finanziare, misure che a prima vista sarebbero ancora a carico dei meno abbienti. Tagli ai sussidi in primis. Come sempre, da una parte si dà e dall’altra si toglie, così che alla fine i “conti tornano”, sempre. Altra cosa da osservare è che stiano, come nella vicina penisola, “sportivizzando” ogni votazione. In questo caso: la sinistra ha vinto, la destra ha perso, e ognuno cerca delle giustificazioni per la rispettiva “prestazione”. Qui non si tratta di vincere o perdere, si tratta semplicemente di prendere nota del messaggio che il popolo, indipendentemente dagli “ordini di scuderia” ha voluto trasmettere. E non sarà l’ultimo, perché per buona parte della gente è sempre più difficile far “quadrare i conti” a fine mese, e la tradizionale abitudine del risparmio, tipicamente svizzera, resta per i più una chimera.
Spetta quindi ai politici, sia federali sia cantonali, rappresentati del popolo trovare delle soluzioni che possano aiutare seriamente coloro che faticano a “vivere” e a poter guardare al futuro, già di per sé complicato, con una certa qual serenità d’animo. Come ci avrebbe dovuto insegnare il Patto del 1291, occorre più solidarietà soprattutto tra i Cantoni, impegnati anche loro a vincere la gara dei “paradisi fiscali”, che una volta vinta non porterà da nessuna parte. Ci abbiamo provato anche noi ai tempi della “corsa all’oro”, e cosa abbiamo ottenuto? In primis lo sfacelo del territorio, con obsoleti “capannoni” tristi lapidi a ricordo di quando si stava meglio. Si può ancora porre rimedio? Se tutti si impegnano magari, senza però “remare contro”.