A bocce ferme le federali hanno lasciato evidenti ferite nei liberali e nei socialisti. Per il Plrt il "bel" risultato è frutto di ripicche di non poco conto tra liberali e radicali che si protraggono da anni. I liberali si stanno spostando sempre più a destra e i radicali vagano tra vari gruppi ticinesi senza trovare casa. I pochi fedeli rimasti si fanno la forca anche solo con le assenze studiate. I socialisti invece stanno vagando come sonnambuli in cerca del seggio perso: sissignori, perso! Perché pare se ne siano accorti ma non l'hanno capito. Manca una sedia agli Stati, conquistata con sudore 4 anni fa, ma persa per il tipico lassismo di chi voleva conquistare senza sforzo il cadregone del Consiglio di Stato ticinese. Per le cantonali qualsiasi lista a disposizione degli elettori, Mirante compresa, avrebbe portato il seggio lasciato libero da Bertoli. Diverso il discorso per Berna. Uniti i socialisti avrebbero superato, e non di poco, Regazzi, bilanciando l'efferata svolta a destra. Ma così non è stato per la superbia dei dirigenti che hanno fatto di tutto per eliminare chi poi è rientrata con fragore dalla finestra. Mirante ha spostato così tanti voti che Gysin si è trovata perdente ed esclusa già prima del voto. Che senso ha gridare al lupo (la destra) con appelli vari se poi si fa di tutto per spianargli la strada. Agli Stati è da anni che il Ticino non è a destra come in quest'occasione. Per accasare Carobbio si sono persi per strada Mirante e accoliti, l'unione dei socialisti e il seggio agli Stati. Il massimo della strategia politica. L'effetto finale di tutta questa turbolenza lo si vedrà anche alle comunali del 2024, in particolare a Lugano.