Mercoledì sera 27.9.2023 si è tenuto a Mendrisio il terzo incontro sul tema organizzato dalla Divisione della Giustizia del DI. L'atteso, da uomini e padri che hanno partecipato, "accento messo sulle gravi conseguenze che i bambini coinvolti in dinamiche familiari di violenza fisica e psicologica riportano", con dispiacere, non è stato trattato. È mancata infatti un'oggettiva e variegata discussione a largo spettro sulle differenti casistiche di violenze domestiche e relative conseguenze psicofisiche sui bambini che, loro malgrado, le subiscono. La casistica descritta è stata essenzialmente quella della sofferenza dei bambini che assistono alle violenze dei loro padri a danno delle loro madri: le madri, vittime dirette, i figli, spettatori sofferenti, i padri, carnefici e bestie disumane. Nulla, invece, sulle sofferenze causate ai bambini dalle numerose madri alienanti e malevole, dalle loro false e strumentali accuse di violenze domestiche inesistenti, finalizzate unicamente all'allontanamento della figura paterna. Nulla sulle sofferenze causate dalle decisioni della polizia e delle autorità di protezione dei minori che allontanano i figli dai padri dopo queste accuse non comprovate. Nulla, delle violenze delle operatrici e operatori delle case protette e dei servizi cantonali preposti (LAVI, ecc.) che fomentano e sostengono quelle madri che accusano falsamente i padri approfittando della "prassi automatica standardizzata di protezione" (anche senza alcuna prova concreta se non le pretestuose accuse della presunta vittima). Diverse di loro vengono perfino ospitate coi figli nelle "case protette": lo Stato diventa così complice di violenze domestiche sui bimbi, invece di proteggerli e tutelarli. Nessuna reale volontà di voler scardinare i meccanismi abusanti dei minori.