Legge le domande il sindaco che firma la risposta alla petizione inviata da un cittadino infastidito dal volume dell’immissione fonica, dopo le 23 quando il livello della musica doveva essere di sottofondo? Legge le risposte prima di firmarle?
Con una risposta volta a svicolare, scivola nel grottesco e mente sapendo di mentire. Prima, rispondendo che le registrazioni non esistono, poi, sostenendo che le valutazioni di polcom non hanno portato a constatazioni negative, fatta eccezione della segnalazione della persona che si è data la briga di porre domande scomode.
È inammissibile che un’autorità preposta a vigilare sul rispetto delle leggi risponda in modo fuorviante e contraddittorio con insinuazioni al limite del temerario. Su quali oggettivi riscontri pretenderebbe fondare la risposta alla petizione? Sulle misurazioni “a uregia” di polcom? Su misurazioni sì effettuate, ma verosimilmente occultate? S’intende sottrarre le prove di un accertato superamento dei limiti fissati con l’autorizzazione?
Il dovere di monitorare il livello delle immissioni foniche a tutela della quiete e della salute delle persone residenti nel quartiere risponde a principi insindacabili. Il Municipio con la sua risposta si pone nell’inosservanza di norme federali, cantonali e comunali, come pure delle condizioni di autorizzazione da esso stesso definite. Per il tanto decantato senso professionale il Municipio è primariamente tenuto a mettere in atto quanto di sua competenza a tutela del riposo notturno delle persone che non vanno lese per la dolosa inosservanza di leggi e norme.
Rispedita al Municipio si chiede un serio riesame delle questioni poste con la petizione e una puntuale risposta in ordine a tutte le domande formulate.