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J'accuse

Prendo liberamente in prestito l’inizio della lettera che Émile Zola scrisse per “l’affare Dreyfus”. Le vicissitudini di questo personaggio però non c’entrano con la realtà odierna. Il mio “j’accuse” è rivolto a quei politici che standosene tranquilli sul molo vedono affondare il ceto medio. Al posto di lanciare salvagenti, preferiscono le “incudini”. In campagna elettorale quasi tutti hanno proposto roboanti progetti per il ceto medio. Raggiunto l’agognato “scranno”, del ceto medio chi si ricorda più. Salvo sentirlo ogni tanto nominare sotto il dipinto di Adelchi Maina da Caslano, con goffi tentativi di sgravi che non sono per tutti. Anzi non è detto che per qualche misura “di rientro” qualcuno veda ancora la possibilità di dare un’ulteriore “strizzatina”. Forse qualcuno pensa che il rincaro delle derrate alimentari, dell’elettricità, della benzina, dei premi della cassa malati e magari in qualche caso anche dell’affitto, non tocchino il ceto medio che finora ce l’ha fatta da solo. In quanto alle promesse mi viene in mente il vecchio proverbio partenopeo: “Passata la festa, gabbato lo santo”.