Un’oasi di pace è la sensazione che mi è rimasta dentro dopo aver visto alla nostra Tv, domenica sera 12 marzo, la bella intervista rilasciata da Papa Francesco ai nostri bravi giornalisti accreditati in Vaticano.
Ne è emersa ancora una volta la figura di un uomo fuori dal comune, a conferma che le menti più dotate, sono prive di esibizionismo, capaci invece di umiltà, semplicità. Con carisma da vendere, sa adattarsi, con disarmante naturalezza, sia ai potenti di turno, come agli ultimi, i più poveri. Prediligendoli. Ci ha rassicurati nella nostra fragile umanità, di essere tutti perdonati, da qualsiasi colpa, sempre che lo si voglia e che ci si penta...
Sì, lui è il Papa che non condanna nessuno, ci accetta tutti, ci aiuta, qualunque sia la nostra condizione. Finalmente. Era ora. La Chiesa a volte poteva sembrare una sorta di club esclusivo, riservato solo ai "bravi", avvolti in una sfera di perbenismo. Accogliente soprattutto con chi apparentemente non aveva mai inciampato nei tranelli che la vita riserva a tutti e le cui conseguenze possono portare a doversi confrontare con situazioni dolorose.
Francesco, così vicino agli insegnamenti di Gesù, spazza via antiche, stagnanti ipocrisie. Che sollievo! Abituati come siamo a basare le nostre certezze sull’effimero, sul temporaneo, lui parla di concretezza interiore.
Ribadisce più volte il concetto di tenerezza, parola quasi inusuale, ma di grande efficacia e insiste sul bene che fa ricordarsela. E poi fa capire come è importante il "sense of humor" così che durante questa intervista più di una volta mi è scappata una risata. E alla fine se ne è uscito con una battuta (Santo Moro): Dammi Signore una buona digestione, ma anche qualcosa per poter mangiare.