Complimenti vivissimi al signor Marco Turchetti, membro di comitato dell’Associazione per la difesa dai grandi predatori, che dopo l’ennesimo attacco di un lupo ai danni di un gregge di pecore, a Castione, che qualche mezzo di "informazione" ha pensato bene di passare sotto silenzio, a dimostrazione che "i lupofili colpiscono ancora". Turchetti, dicevo, ha trovato le parole giuste per commentare l’accaduto: "Ci deve proprio scappare il morto, prima che qualcuno si decida a reagire?". A parte che, anche se "ci scappasse il morto", le tesi "giustificazioniste" dei sostenitori della belva sarebbero lì, bell’e pronte per l’uso ("Dopo tutto, la vittima era poi vecchia...", oppure "Se non avesse assunto un atteggiamento aggressivo nei confronti dell’animale..." ecc.).
Il caso di Castione dimostra almeno tre cose:
1. che le strombazzate "misure di protezione", alla prova dei fatti si dimostrano inefficaci;
2. che le teorie sul fatto che i lupi avrebbero paura dell’uomo sono ormai sempre più inaffidabili;
3. che malgrado la recente revisione della legge sulla caccia, quest’ultima è ancora insufficiente per assicurare la sicurezza delle persone.