Di questi tempi il tema dell’approvvigionamento energetico è d’attualità. Mi sono sempre chiesto perché non sfruttare le infrastrutture idroelettriche esistenti per farne depositi per l’idrogeno. Per esempio, in Leventina, a mia conoscenza, possediamo gallerie di servizio delle centrali elettriche di Personico, Lavorgo e Piotta della lunghezza di ca. 15 km. Perché, mi domando, non sistemare in questi cunicoli dei contenitori per lo stoccaggio del prezioso gas. Se questi contenitori fossero di 1 m² di superficie, occuperebbero una piccola porzione della galleria, permettendole di continuare a svolgere la sua funzione primaria, ma ottenendo un contenitore di 15mila m³, se il contenitore potesse sopportare una certa pressione l’idrogeno immagazzinato potrebbe raggiungere facilmente 50mila m³, se a questo si aggiungessero i m³ che si potrebbero immagazzinare nella vecchia condotta forzata del Ritom, si arriverebbe, immagino, a 100mila m³. Se, quanto descritto corrispondesse alla realtà e fosse fattibile, portato a scala nazionale, mi immagino che l’idrogeno stoccato potrebbe facilmente raggiungere alcuni milioni di m³. La mia domanda è perché non sfruttare simili possibilità? È risaputo l’idrogeno non produce elettricità ma è un’efficace pila di conservazione. In un sistema di produzione elettrica che alterna momenti di sovrapproduzione a momenti di carenza credo sia il miglior sistema di riequilibrio.